Solamente una settimana dopo lo svolgimento delle elezioni legislative e del primo turno delle elezioni presidenziali, la Bulgaria è tornata al voto per il ballottaggio decisivo per la scelta del capo di Stato. Il 21 novembre, i cittadini sono stati chiamati a scegliere tra Rumen Radev, presidente in carica eletto per la prima volta nel 2017, e lo sfidante Anastas Gerdzhikov, rettore dell’Università di Sofia dal 2015.
Sebbene lo spoglio elettorale non sia ancora terminato, possiamo già dare per certa la vittoria di Rumen Radev, che del resto aveva già sfiorato il successo al primo turno, arrivando al 49,42% delle preferenze e fermandosi a poche migliaia di voti dalla fatidica soglia del 50%. I dati provvisori attribuiscono al capo di Stato in carica il 66,47% dei consensi, numeri che confermano quelli precedentemente dati dagli exit poll.
Radev, ufficialmente indipendente ma storicamente vicino al Partito Socialista Bulgaro (Българска Социалистическа Партия, БСП; Bălgarska Socialističeska Partija, BSP), ha ottenuto anche il sostegno della nuova lista Continuiamo il Cambiamento (Продължаваме промяната; Prodalžavame promyanata – PP), classificatasi al primo posto alle recenti elezioni legislative, della lista populista C’è un popolo come questo (Има такъв народ; Ima takav narod – ITM), guidata dal personaggio televisivo Slavi Trifonov, e di In Piedi Bulgaria! Stiamo Arrivando! (Изправи се.БГ! Ние идваме!; Izpravi se.BG! Nie idvame!).
Al contrario, lo sfidante Gerdzhikov era sostenuto soprattutto dalle formazioni di centro-destra, a partire da Cittadini per lo Sviluppo Europeo della Bulgaria (Граждани за европейско развитие на България – ГЕРБ; Graždani za evropejsko razvitie na Bălgarija – GERB), il partito dell’ex primo ministro Boyko Borisov, e dai suoi alleati dell’Unione delle Forze Democratiche (Съюз на Демократичните Сили, СДС; Săjuz na Demokratičnite Sili, SDS).
“La ragione e il patriottismo hanno prevalso sull’apatia e sulle bugie”, ha affermato il presidente Rumen Radev nella sua prima dichiarazione dopo la pubblicazione dei risultati preliminari. Il capo di Stato ha sottolineato che è finito un mese politico senza precedenti con due tipi di elezioni, che ha mostrato chiaramente la volontà del popolo di cambiare e rompere con la corruzione, la rapina e l’illegalità, per rimuovere la mafia dal potere. “Il ritorno dello status quo su un cavallo bianco non è avvenuto nonostante i tanti soldi, le insinuazioni e la propaganda che ci inondavano quotidianamente di fake news e scandali diretti. Ma la Bulgaria ha superato questa prova di democrazia. Non ha ceduto ai tentativi di creare una tensione etnica molto importante“, ha detto Radev. “Il nuovo parlamento non ha il diritto di commettere errori e procrastinare, perché la gente non perdonerà. Per chiunque lo ignori, sarà un suicidio“.
La principale preoccupazione di Radev per l’inizio del suo secondo mandato sarà proprio quella di favorire la formazione di un nuovo governo, dopo che la Bulgaria ha affrontato tre elezioni legislative nell’arco di questo anno solare. Secondo le indiscrezioni, il nuovo primo ministro potrebbe diventare l’economista Kiril Petkov, attuale ministro del governo tecnico di Stefan Yanev e fondatore di PP, la lista vincitrice delle elezioni, che potrebbe trovare l’appoggio di altri partiti come BSP e ITM, ma anche di Bulgaria Democratica (Демократична България – ДБ; Demokratična Bălgarija – DB).
“Rumen Radev è la scelta giusta per la Bulgaria. È il presidente che continuerà il cambiamento“, ha dichiarato lo stesso Petkov. “Siamo pronti a lavorare con questo presidente“, ha aggiunto il possibile capo del prossimo governo bulgaro. “La prossima settimana inizieremo a lavorare allo sviluppo di un piano chiaro e preciso su come rendere la Bulgaria un posto molto migliore in cui vivere nei prossimi quattro anni“, gli ha fatto eco l’altro leader di PP, Assen Vassilev, anche lui economista di formazione e membro dell’esecutivo di Yanev. Petkov ha anche sottolineato che un eventuale governo guidato da PP non cambierà l’indirizzo della politica estera bulgara, in quanto “la Bulgaria è un membro attivo e forte dell’Unione Europea con orientamento NATO”.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog