Barbados è un’isola caraibica che per più di tre secoli è stata sotto il dominio britannico. Nel corso dei secoli, si sono susseguiti numerosi movimenti di liberazione, che tuttavia non hanno sortito grandi risultati. L’attivismo per l’indipendenza si è intensificato dagli anni ‘30 del XX secolo e, nel 1950, Londra ha finalmente concesso delle elezioni con suffragio universale per scegliere i rappresentanti locali. Nel 1953, Grantley Herbert Adams divenne il primo capo del governo dell’isola e, nel 1961, grazie all’attività politica del Partito Laburista Democratico (Democratic Labour Party, DLP), il Regno Unito concesse a Barbados il pieno governo degli affari interni.

Questa mossa rappresentò in realtà una fase di transizione verso l’indipendenza totale di Barbados, proclamata il 30 novembre 1966. Errol Barrow, leader del DLP, divenne il primo ministro del nuovo Stato. Tuttavia, il governo accettò di mantenere in piedi la monarchia, e la regina d’Inghilterra rimase formalmente il capo di Stato di Barbados, almeno fino al 30 novembre di quest’anno.

Nel settembre del 2020, il governo di Barbados ha annunciato la propria intenzione di abbandonare la monarchia per la repubblica, dando il via ad un processo di transizione in vista del 55° anniversario dell’indipendenza. Il 20 settembre di quest’anno, il parlamento di Bridgetown ha approvato, con il voto unanime di tutti i 25 deputati, l’emendamento costituzionale necessario per dare vita alla repubblica.

Intervenendo al cospetto dell’organo legislativo, il primo ministro Mia Amor Mottley, esponente del Partito Laburista di Barbados (Barbados Labour Party, BLP), ha affermato che con questa decisione si chiude il cerchio sulla questione dell’indipendenza. Ha ricordato che il dialogo per passare dalla dipendenza dalla Corona a una repubblica parlamentare è iniziato nel 1998. Ha aggiunto che il voto del Parlamento invia un messaggio al mondo che “abbiamo fiducia in noi stessi per essere pienamente responsabili di chi siamo e cosa facciamo“.

Il 30 settembre, il parlamento ha approvato la candidatura di Dame Sandra Mason, già governatore generale dell’isola dal 2018, per il ruolo di primo presidente della repubblica. In una seduta congiunta, i membri di entrambe le Camere hanno approvato a scrutinio segreto il nome di Mason, con un risultato di 45 voti favorevoli e nessuno contrario. La candidatura di Mason era del resto stata proposta congiuntamente sia dal primo ministro Mottley che dal leader dell’opposizione, Joseph Atherley, del Partito Popolare per la Democrazia e lo Sviluppo (People’s Party for Democracy and Development, PdP). La 72enne vanta una lunga esperienza politica non solo come governatore, ma anche in qualità di membro del Comitato sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite tra il 1991 e il 1999, e successivamente di membro della Corte Suprema e della Corte d’Appello.

Il 30 novembre, in occasione del 55° anniversario dell’indipendenza, come da programma è avvenuto il passaggio ufficiale da monarchia a repubblica, e Sandra Mason ha assunto ufficialmente la carica di presidente di Barbados, 396 anni dopo l’inizio del dominio della corona britannica sull’isola caraibica. Tuttavia, il governo ha annunciato che il Paese continuerà a far parte del Commonwealth.

Saluto e mi unisco a voi nel celebrare una nazione, un popolo e un futuro che ora è nelle nostre mani“, ha detto Manson nel suo primo discorso ufficiale come capo di Stato. “In quanto repubblica, dobbiamo vederci come leader e come agenti del cambiamento“, ha aggiunto. Alla cerimonia ha assistito anche il principe ereditario della corona britannica, Carlo: “In tempi in cui lo status costituzionale cambia, era importante per me che mi unissi a voi nel riaffermare quelle cose che non cambiano. Ad esempio, la stretta e affidabile collaborazione tra Barbados e il Regno Unito come membri vitali del Commonwealth“, ha affermato nel suo discorso.

Anche il primo ministro Mia Mottley ha detto la sua sulla nascita della repubblica: “Il viaggio è appena iniziato e continua, ma su un nuovo livello. 396 anni di un sistema di governo non sono solo un paio di anni. Ed è con questo in mente che sono consapevole che avremo la responsabilità che domani, 1° dicembre, la nazione si muova all’unisono“, ha detto dalla piazza centrale di Bridgetown, Golden Square. “Siamo un popolo orgoglioso, che è anche determinato e che confida di poter seguire il proprio destino”, ha proseguito. “Nessuno tranne noi può costruire questa nazione“.

Abbiamo il dovere di guidare i giovani e capire che questo è un mondo completamente diverso“, ha proseguito il capo del governo caraibico. “Sappiamo che le azioni per realizzare questo cambiamento possono essere messe in discussione. Noi come popolo abbiamo la responsabilità di mantenere il Paese sicuro e confortevole per gli anziani, in modo che le loro vite siano piene di dignità, ma abbiamo anche un dovere nei confronti dei giovani“. “I nostri giovani devono credere che questo è il miglior Paese per costruire un futuro, devono credere in questa nazione, non devono avere paura e devono capire che ciò che stiamo costruendo deve essere a disposizione di tutti gratuitamente“. “Abbiamo la responsabilità di rappresentare sempre le persone attraverso le nostre autorità e dobbiamo trovare una forza unificante nella nostra nazione“, ha concluso.

Come dettaglio di colore, durante la cerimonia è emerso che subito dopo essere diventata la repubblica, Barbados ha dichiarato ufficialmente la sua cittadina più famosa, la cantante Rihanna, un’eroina nazionale.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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