Dopo la pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali in Honduras, che hanno visto una netta vittoria di Xiomara Castro, sono arrivati anche i dati relativi alle elezioni legislative della repubblica centroamericana, che si sono svolte sempre nella giornata del 28 novembre.

Come prevedibile, la coalizione progressista Libertad y Refundación, nota come Libre, ha ottenuto il primo posto grazie alla conquista di 51 seggi sui 128 che compongono l’emiciclo di Tegucigalpa. La formazione della presidente eletta Xiomara Castro ha preceduto con margine il Partido Nacional de Honduras (PNH) del presidente uscente Juan Orlando Hernández, secondo con 40 rappresentanti eletti. Al terzo posto si classifica il Partido Liberal de Honduras (PLH), che potrebbe risultare fondamentale per il raggiungimento della maggioranza assoluta con i suoi 21 deputati.

Oltre ai tre partiti principali, va notato il risultato del Partido Salvador de Honduras (PSH), fondato nel 2019 da Salvador Nasralla, che per le sue prime elezioni nazionali ha ottenuto 14 seggi. Completano il quadro delle forze parlamentari il Partido Anticorrupción de Honduras (PAC) e il Partido Demócrata Cristiano de Honduras (DC), che hanno conquistato un seggio a testa.

Secondo i risultati preliminari pubblicati dal Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) Libre ha ottenuto il 52,71% dei voti su scala nazionale, vincendo in 189 comuni su 298 ed in ben diciassette dipartimenti sui diciotto che costituiscono il Paese centramericano.

Alla luce di questi risultati, la destra honduregna non ha potuto far altro che riconoscere la pesante sconfitta, preparandosi a cedere il potere più di dodici anni dopo il golpe ordito ai danni del legittimo governo del presidente Manuel Zelaya, marito di Xiomara Castro. Il presidente uscente Hernández, in carica da due mandati con il sostegno delle forze reazionarie nazionali e dell’imperialismo statunitense, ha affermato di voler garantire un passaggio pacifico del potere.

Tuttavia, la storia ci insegna che Xiomara Castro e il suo governo non dovranno commettere l’errore di abbassare la guardia, in quanto le forze della reazione e dell’imperialismo coglieranno ogni occasione a propria disposizione per tentare di rovesciare il governo legittimo, come già accaduto nel 2009 nello stesso Honduras e in molti altri Paesi dell’America Latina. Il risultato elettorale in Honduras rappresenta inoltre una nuova battuta d’arresto per la destra continentale, dopo la vittoria di Pedro Castillo in Perù e la possibile vittoria di Gabriel Borić in Ciledove i sondaggi danno il candidato di sinistra in vantaggio sul pinochettista José Antonio Kast.

Xiomara Castro ha promesso un cambiamento nell’orientamento del governo honduregno in politica estera, con un possibile riavvicinamento nei confronti della Cina, e certamente una ripresa della linea di Manuel Zelaya nella politica estera continentale, con l’apertura nei confronti di Venezuela, Cuba, Bolivia e Nicaragua. Questo si riflette anche nelle reazioni provenienti dai Paesi esteri in seguito alla pubblicazione dei risultati elettorali, in quanto proprio i governi di questi quattro Stati latinoamericani sono stati i primi a congratularsi con Xiomara Castro per la sua vittoria.

Il riorientamento della politica estera honduregna assesterà un’importante battuta d’arresto all’avanzata dell’imperialismo nel continente anche perché negli ultimi anni l’Honduras ha rappresentato la sede principale del Southern Command statunitense, il contingente militare dispiegato per il controllo della regione.Ad esempio, la base militare honduregna di Soto Cano – nota anche come Palmerola – è stata per lungo tempo la principale sede d’addestramento dei Contras, le forze paramilitari che combattevano con metodi brutali contro la Rivoluzione Sandinista in Nicaragua. Ancora, il porto di Amapala, sull’isola di Tigre, situata nel Golfo di Fonseca, è stato il punto di partenza dei 26.000 soldati statunitensi che diedero vita all’invasione armata di Panama nel dicembre del 1989.

La forte presenza delle truppe statunitensi è stata per anni giustificata dalla necessità di combattere il traffico di droga e la violenza endemica presente in Honduras, tuttavia la realtà ci dice che questi elementi non hanno fatto altro che aumentare. La seconda città del Paese, San Pedro Sula, ha oggi il più alto tasso di criminalità del pianeta. L’Honduras è uno dei Paesi più poveri del mondo, con il 70% della popolazione che vive sotto la soglia della povertà, e gli indici di sviluppo ci dicono che l’Honduras è il Paese meno sviluppato del continente americano dopo Haiti.

La speranza per tutti è che il nuovo governo di Xiomara Castro dia una sterzata alle politiche del Paese in favore delle classi sociali meno agiate, in un Paese dove il budget destinato alle forze armate è quasi il triplo di quello dedicato all’istruzione.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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