Stavolta i Paesi della Unione Europea non hanno seguito gli USA nelle loro manovre contro il legittimo governo chavista venezuelano del presidente Maduro.
Il governo del Venezuela ha rivendicato ieri la conferma, delle credenziali all’ONU, da parte dei 193 paesi, come una “vittoria” contro le “aggressioni e le bugie statunitensi”.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha infatti approvato le credenziali dei diplomatici degli Stati membri, compreso quello dei rappresentanti del governo socialista di Nicolás Maduro con il parere contrario di Australia, Brasile, Canada, Colombia, Corea del Sud, Ecuador, El Salvador, Georgia, Guatemala, Honduras, Isole Marshall, Israele, Paraguay, Regno Unito e Stati Uniti.
L’ambasciatore venezuelano alle Nazioni Unite, Samuel Moncada, che ha parlato di soli 16 Paesi contrari, ha sottolineato su Twitter che con l’approvazione della risoluzione, l’organizzazione “riconosce le credenziali del governo del presidente, Nicolás Maduro, come legittimo rappresentante della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Ringraziamo inoltre gli Stati membri di questa assemblea per aver accettato le nostre credenziali, per aver respinto le aggressioni coloniali contro il nostro Paese e per aver riconosciuto la volontà del nostro popolo”.
Durante il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il diplomatico venezuelano ha sottolineato che l’approvazione delle credenziali del governo nazionale è un riconoscimento della volontà sovrana espressa nelle urne elettorali del 20 maggio 2018, dove 6.248.864 elettori hanno ratificato Nicolás Maduro come presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
L’ambasciatore venezuelano nel messaggio su twitter ha menzionato il parere contrario di 16 Paesi, tuttavia nei media che li elencano, la lista è composta da 15.
È stata la Colombia, infatti a prendere la parola a nome degli altri 14 paesi, sottolineando che questo voto a favore “non deve essere interpretato come un tacito riconoscimento dei nostri paesi a Nicolás Maduro o ai suoi rappresentanti designati in questa Assemblea”.
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