In Cile muore a novantotto anni la vedova di Augusto Pinochet e migliaia di persone festeggiano nelle piazze di Santiago. La donna era accusata di essere complice e addirittura stratega occulta del dittatore.

A due giorni dal voto presidenziale in Cile muore la vedova del dittatore Pinochet.
Come più volte dichiarò lei stessa, la Hiriart fu una delle persone che più influenzò la decisione del marito di partecipare al colpo di Stato contro il presidente socialista Salvador Allende avvenuto l’11 settembre 1973.

In una intervista sugli schermi della Televisión Nacional de Chile disse: “Fu difficile per me convincere Augusto ma alla fine ci riuscii. Guarda Augusto, non so per quanto tempo i militari continueranno a sopportare queste persone che soffrono (sotto il Governo di Allende). Non capisci cosa significa la carenza di alimenti? Non ti accorgi delle code fuori ai negozi? Ma ce li hai i pantaloni? Puoi dirmelo?” (Maniera per chiedere se una persona ha gli attributi/coraggio).

Come narra la biografia della scrittrice Alejandra Matus, Lucia Hiriat non ha avuto pietà nemmeno per la sua famiglia, che comprendeva membri di spicco dei partiti di sinistra, Radicale e Comunista. “Diversi membri della famiglia – ha precisato Matus nell’intervista – hanno subito nei giorni immediatamente successivi al colpo di Stato la repressione della dittatura e l’indifferenza di Lucia verso quella situazione.

Per collocarsi nella nuova posizione di potere insieme al marito, i due hanno dovuto tradire i circoli di amici che erano vicini al governo Allende e che erano stati molto importanti nell’avanzamento della carriera militare del marito prima del colpo di Stato.
Molti di quegli ex amici furono torturati, uccisi o fatti sparire.
La Hiriart riuscì a convincere il marito a posizionarla – secondo il protocollo del governo – come seconda autorità della Repubblica, addirittura al di sopra dei capi militari.

Durante il suo ruolo di first lady, era responsabile dell’Istituto di Volontariato Femminile Cema Chile, che, travestito da lavoro sociale, cercava di mascherare gli orrori della dittatura.

La Cema contava 35.000 volontari reclutati quasi obbligatoriamente tra le mogli di ufficiali delle forze armate e funzionari statali. Se una donna si fosse rifiutata di partecipare, questo implicava il troncamento della carriera militare o amministrativa del marito.

A questo, si aggiungono il vero e proprio furto di un patrimonio immobiliare immenso rubato al popolo cileno e per il quale la Hiriart, ancora sotto processo, non ha mai pagato.

Nel 2016, per il Caso Cema, ha testimoniato davanti al presunto reato di malversazione di fondi pubblici a seguito della vendita di oltre 200 immobili che lo Stato ha donato all’ente presieduto da lei stessa.
Il Consiglio di Difesa dello Stato voleva inoltre indagare su una serie di società che l’ex dittatore aveva, dove erano stati accreditati più di 27 milioni di dollari sottratti.

La Hiriart avrebbe poi concluso vari affari succulenti, tra cui la vendita dei terreni dell’istituto che presiedeva, Cema Chile, nel sud del paese ed incassando oltre 760 milioni di pesos”.

Tra 2 giorni si terrà il secondo turno delle elezioni presidenziali in Cile.
Dopo aver saputo della morte di Lucía Hiriart, il candidato della coalizione delle sinistre Gabriel Boric, ha sottolineato su Twitter che la vedova del genocida Pinochet è morta impunemente nonostante tutti i danni che ha causato nel Paese: “Lucía Hiriart muore impunemente nonostante il profondo dolore e la divisione che ha causato al nostro Paese. Il mio rispetto alle vittime della dittatura di cui faceva parte. Non festeggio l’impunità o la morte, lavoriamo per la giustizia e per una vita dignitosa, senza cadere in provocazioni o violenze”.

Da parte sua, il candidato della ultra destra e fan di Pinochet, Kast, ha dichiarato di non voler cadere in strumentalizzazioni politiche e che non andrà al funerale privato della signora, poiché “ci si reca ai funerali privati solamente quando si conosceva in vita il defunto ed io non conoscevo la signora”.

rete Solidarietà rivoluzione bolivariana

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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