Desmond Tutu è stato un protagonista della resistenza nera contro il regime dell’apartheid in Sud Africa. Come Mandela oggi riceverà un universale omaggio come #premionobel per la pace e protagonista del processo di riconciliazione dopo la fine del regime. Sarà un omaggio decaffeinato da parte dei media mainstream.
L’arcivescovo anglicano che proclamo’ la “nazione arcobaleno” è stato un grande lottatore antirazzista e antimperialista. Fu lui a tenere l’orazione funebre di Steve Biko nel 1977 e anche quella del segretario del partito comunista e ex-capo del braccio armato dell’ANC Chris Hani nel 1992. La sua partecipazione fu criticata ma Tutu fu fermissimo. “Per noi Chris era un eroe e un grande leader, indipendentemente dal fatto che fosse comunista o meno. Eravamo oppressi da coloro che sostenevano di essere cristiani. Come posso voltare le spalle a una persona come Hani? Ha fatto di più per la giustizia della maggior parte dei cristiani”.
Si definiva un socialista che aveva problemi teologici con l’ateismo del materialismo dialettico. “Alcuni suggeriscono che io sia anticomunista. Non è così. La mia obiezione è essenzialmente teologica. Il materialismo dialettico, su cui si basa il comunismo, è essenzialmente una filosofia atea”. Sapeva però che c’erano cristiani che appartenevano al Partito comunista sudafricano e li rispettava. “Il comunismo ripone troppa fiducia e fiducia negli esseri umani. Perché le persone siano buone e giuste, hanno bisogno di essere esposte alla grazia e alla bontà di Dio. Il materialismo dialettico non fa questo e quello, in poche parole, è il mio problema con il comunismo.”
Tutu aggiungeva che questo non implicava che non fosse preparato a lavorare con i comunisti: “Ho la più grande ammirazione per persone come Joe Slovo e Chris Hani. Cammino a braccetto con loro. Comunisti e cristiani hanno cooperato nella lotta contro l’apartheid e non vedo alcun motivo per cui non possiamo lavorare insieme per la giustizia in futuro.”
Tutu era fortemente in sintonia con la teologia della liberazione latinoamericana.
Se il cristianesimo (calvinista) era centrale nell’ideologia razzista bianca degli Afikaner, il movimento nero usò il vocabolario e i valori ugualitari del cristianesimo per costruire la sua narrazione di liberazione.
Simboli e terminologie bibliche, come nel caso degli afroamericani, furono usati per incoraggiare la resistenza.
“Dobbiamo proclamare che in un paese di ingiustizie e
oppressione, dove i neri ricevono un’istruzione inferiore, sono costretti a vivere in baracche, non possono muoversi liberamente da un posto all’altro, e devono lasciano le loro mogli e le loro famiglie dietro di loro quando loro vogliono lavorare in città – dobbiamo dichiarare che questo è il mondo di Dio. Egli è dalla parte degli oppressi, dei poveri, dei disprezzati. Dobbiamo dire queste cose anche se ci fanno soffrire. Non è politica. È il Vangelo di Gesù Cristo il liberatore che ci renderà liberi”.
“Se certe leggi non sono in linea con gli imperativi del Vangelo allora il cristiano deve agitarsi per la loro abrogazione con tutti i mezzi pacifici. Il cristianesimo non può mai essere una questione puramente personale. Esso ha conseguenze pubbliche e dobbiamo fare scelte pubbliche.
Molte persone pensano che i cristiani dovrebbero essere neutrali, oppure che la Chiesa debba essere neutrale. Ma in una situazione
di ingiustizia e oppressione come abbiamo nel Sud Africa, non scegliere di opporsi, significa schierarsi con il più forte, con lo
sfruttatore, con l’oppressore”.
Non fu mai integralista e si schierò per i diritti lgbtqi e scherzando disse che non voleva finire in un “paradiso omofobico”: “preferisco andare all’inferno che adorare un dio omofobo”. Era per il dialogo tra le religioni e sosteneva che Dio non era cristiano che altrimenti non avrebbe potuto esserlo anche per ebrei, musulmani o buddhisti.
Tutu aveva usato nella lotta antiapartheid i paralleli tra i neri sudafricani e gli schiavi israeliti nella storia dell’Esodo, ma si schierò per i diritti del popolo palestinese definendo apartheid quello israeliano. Sosteneva la campagna #Bds per il boicottaggio.
“Questo Dio non si limitava a parlare, ma agiva. Egli ha mostrato
stesso di essere un Dio che fa. Forse potremmo aggiungere
un altro punto – Si schiera. Non è un neutrale
Dio. Si è schierato dalla parte degli schiavi, degli oppressi,
delle vittime. È ancora lo stesso anche oggi, lui si schiera con i poveri, gli affamati, gli oppressi, le vittime dell’ingiustizia”.
Si schierò, come Mandela, contro le guerre occidentali e definì criminali di guerra Blair e Bush.
Agli studenti bianchi Tutu diceva “Voi non sarete mai liberi finchè i neri non lo saranno”. Vale anche oggi per i bianchi privilegiati abitanti dei paesi ricchi dell’Occidente.
Mario Acerbo PRC