D’Alema ‘pronto’ a tornare nel Pd, gelo (e polemica) al Nazareno
Con lo scioglimento di Articolo 1 potrebbe profilarsi il rientro nel partito dell’ex ministro degli Esteri, che definisce il renzismo “una malattia”Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print
ROMA – Massimo D’Alema infiamma l’inizio d’anno in casa Pd. Articolo 1- partito fondato dallo stesso ex ministro degli Esteri insieme ad altri fuoriusciti dem- si scioglie, e il ‘lider maximo’ parla di una “ricomposizione necessaria”, non prima di aver definito il renzismo “una malattia“. Parole che gettano scompiglio.
Interviene oggi il segretario del Pd, Enrico Letta: “Il Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei democratici e progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse dell’Italia. Nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno“, twitta. Dal canto suo, si sente in dovere di commentare anche l’ex segretario Matteo Renzi, attualmente leader di Italia Viva. “D’Alema rientra nel Pd dicendo che chi lo ha portato al 40%, a fare le unioni civili, ad avere l’unico governo con la parità di genere, a creare più di un milione di posti di lavoro è un MALATO. Sono parole che si commentano da sole. Un pensiero a chi è malato davvero, magari nel letto di un ospedale. E un abbraccio a chi sognava il partito dei riformisti e si ritrova nel partito dei dalemiani“, scrive su facebook.
MARCUCCI: “D’ALEMA ESPERTO DI MALATTIE, FACCIAMO CONGRESSO COSTITUENTE”
“D’Alema rientra nel Pd e parla di malattie? Lui è un esperto, avendone vissute e provocate molte fin dai tempi del Pci-Pds. Il Pd deve essere più ambizioso. La legislatura volge al termine. Ci sono le condizioni per un congresso costituente, dopo l’elezione del capo dello Stato? Io penso di sì”. Così il senatore dem Andrea Marcucci sui social. “Ripensare il partito, modificare gli assetti organizzativi rendendoli più agili- continua- rileggere e attualizzare il discorso del Lingotto, allargare il perimetro a una nuova classe dirigente moderata e riformista, impedire ritorni al passato. Sono tutti obiettivi che un grande partito può e deve darsi, al di là del ritorno più o meno gradito di uno sparuto gruppo di dirigenti