Francesco Cecchini


L’ origine della parola bunga bunga sembra sia legata ai fiori e alle feste indigene dell’ Indonesia e dell’ Australia. Lo riportano racconti di viaggio del XIX secolo. Recentemente bunga bunga si riferisce feste di sesso con giovani ragazze organizzate da ricchi uomini di potere nelle loro ville. Il termine bunga bunga si diffuse in Italia e all’ estero a partire del 2010 per festini a sfondo sessuale che si sarebbero svolti nella residenza del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ad Arcore. Furono intercettate telefonate tra Berlusconi e persone coinvolte nel Rubygate. Secondo la testimonianza di Karima El Mahroug, Ruby Rubacuori, il bunga bunga è un rituale sessuale che Berlusconi avrebbe appreso da Muʿammar Gheddafi.
Attualmente, nonostante problemi di salute, scandali sessuali ed età avanzata, Silvio Berlusconi, che ha abbandonato il bunga bunga non avendo più l’ età, è impegnato a diventare Presidente della Repubblica italiana. Ha creato un gruppo di lavoro, una vera e propria war room, formato dai suoi fedeli più fedeli il presidente di Forza Italia Antonio Tajani, Licia Ronzulli, il capogruppo FI alla Camera Paolo Barelli, Sestino Giacomoni e Andrea Orsini. Il più fedele dei suoi più fedeli, Antonio Tajani prima del natale, quasi un messaggio natalizio, ha dichiarato: “Io un presidente patriota lo conosco. Si chiama Silvio, di cognome Berlusconi.”
Sono iniziate anche le dichiarazioni d’ intenti. In un discorso breve di neanche 5 minuti il leader di Forza Italia si rivolto agli italiani augurando un 2022 fatto di vaccini per tutti e di pacificazione nazionale. Per inizo anno Berlusconi è stato più esplicito, dichiarando:” Se vado io al Colle non si va alle urne.”
L’ elezione del presidente Repubblica, inizierà tra tra 18 e 22 gennaio e i giochi sono lontani da essere fatti. Gli elettori saranno 320 senatori, 630 deputati, 58 delegati regionali. La maggioranza dei due terzi sarà di 672 voti, la maggioranza assoluta di 505. Dopo il terzo scsconorutinio è sufficiente la maggioranza assoluta, che Berlusconi non ha. Partito Democratico, M5s e Leu hanno già dichiarato che non lo voteranno. Berlusconi oltre l’ appoggio di Forza Italia, ha quello entusiasta di Fratelli d’ Italia, Georgia Meloni ha dichiarato che Sivio è il patriota che desidera, vuole al Colle e quello più timido di Salvini. Magari alcuni deputati della Lega si ricordano quando Umberto Bossi definiva Berlusconi Wanna Marchi, bollito, povero pirla, ubriaco da bar, piduista, molto peggio di Pinochet e lo accusava di essere un uomo della mafia, un siciliano che parla meneghino, la Finvest è nata da Cosa Nostra. Naturalmente Berlusconi ricambiò le lodi di Bossi. anzi lo querelò. Poi con le elezioni del 2001 vi fu una sorta di riappacificazione, ma con il governo Monti il “confronto” non amichevole riprese, anche se in toni più sfumati e politici.
Nel frattempo cresce anche fuori dal Parlamento l’ opposizione a Berlusconi Presidente. No Berlusconi al Quirinale. Lo griderà il Popolo Viola, martedì 4 gennaio alle 17, in piazza Santi Apostoli a Roma. Il Popolo Viola sottolinea come, fatte alcune rare eccezioni, tra i mass-media italiani pochissimi sembrano considerare il fatto che esista una ineleggibilità morale e sociale del pregiudicato Silvio Berlusconi, al di là delle norme scritte, per ricoprire la carica di presidente della Repubblica. Il Presidente della Repubblica, ricordano gli organizzatori, deve rappresentare tutti noi cittadini italiani e non si può confondere il Quirinale con il Bunga Bunga.
Importante è la petizione lanciata dal Fatto Quotidiano contro l’ ipotesi di Berlusconi presidente della Repubblica, che ha superato le 200.000 firme e che da qui al 18 gennaio continuerà a crescere.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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