L’avevamo già previsto al momento della sua vittoria alle elezioni presidenziali: le forze reazionarie dell’Honduras non avrebbero accettato facilmente l’ascesa al potere di Xiomara Castro. Mentre si avvicina la data del 27 gennaio, quando il mandato di Xiomara comincerà ufficialmente, il futuro capo di Stato si trova già a dover affrontare tentativi di destabilizzazioni.
Lo scorso 21 gennaio, Xiomara Castro ha denunciato il tradimento di alcuni deputati eletti fra le fila della sua formazione, Libre (Partido Libertad y Refundación). Secondo le sue parole, un gruppo composto da venti dei cinquanta deputati di Libre ha commesso un atto di “tradimento” del progetto politico di rifondazione del Paese. Castro ha affermato che questa situazione “è un presagio di un tradimento da parte dei controrivoluzionari nei confronti del partito e del popolo honduregno che insieme hanno sconfitto la narco-dittatura nazionalista domenica 28 novembre” al fine di “imporre un piano dell’élite corrotta guidata da Juan Orlando Hernández (il presidente uscente, ndr)”.
Xiomara ha però mantenuto il sostegno di Salvador Nasralla, vicepresidente designato e leader del Partido Salvador de Honduras (PSH), con il quale aveva raggiunto l’accordo di nominare Luis Redondo come nuovo presidente del parlamento, insieme al vicepresidente Hugo Noé Pino ed al segretario Angélica Smith. I venti deputati accusati di tradimento, invece, hanno proposto la candidatura di Jorge Cálix, rendendo difficile il raggiungimento della maggioranza di 65 deputati su 128 per la coalizione che sostiene Xiomara. Tale situazione ha provocato anche attimi di tensione ed una rissa all’interno del Vongresso Nazionale.
Nella giornata di venerdì, Xiomara Castro ha annunciato l’espulsione dal partito di diciotto deputati dissidenti, compreso Jorge Cálix, considerato come il leader di questa insubordinazione. Questo significa che ora il partito del presidente disporrà solamente di 38 seggi in parlamento, ai quali vanno aggiunti i dieci del PSH di Nasralla, per un totale di 48 deputati.
Castro ha risposto a questo tentativo con una veglia organizzata sabato di fronte al palazzo del parlamento. “A novembre questo popolo ha detto basta alle imposizioni e al furto della nostra democrazia. Il popolo ha cominciato a vedere una nuova speranza che ieri i traditori del popolo honduregno volevano fermare“, ha dichiarato la leader di Libre. “La veglia serve per impedire il sequestro del Congresso Nazionale e per respingere il bipartitismo guidato dal dittatore Juan Orlando Hernández con la diretta complicità di alcuni deputati traditori, eletti dal popolo sotto la nostra bandiera“, ha sottolineato il presidente eletto.
Domenica 23, la capitale Tegucigalpa si è ritrovata con due parlamenti paralleli che hanno operato indipendentemente l’uno dall’altro. Quello legittimo ha visto i 48 deputati di Libre e del PSH votare per l’elezione di Luis Redondo alla presidenza dell’organo legislativo. Contemporaneamente, gli altri 82 deputati si sono riuniti in una località della periferia, presso il club privato Bosques de Zambrano, votando l’elezione di Jorge Cálix. Una situazione paradossale, che dimostra la chiara volontà di violare le istituzioni democratiche da parte delle forze reazionarie, che hanno sostenuto Cálix al fine di mettere i bastoni fra le ruote al nuovo governo.
Di fronte a questa situazione, Xiomara Castro ha denunciato che una dittatura sta cercando di dirottare il potere legislativo affinché non risponda al mandato popolare e ha sottolineato che il suo partito sta difendendo i diritti del popolo honduregno. Castro ha ricordato che il popolo ha parlato alle elezioni del 28 novembre e che la sua volontà di porre fine a questa dittatura e alle pratiche corrotte della politica tradizionale deve essere rispettata. Attraverso i propri social network, la leader di Libre ha confermato che Luis Redondo è l’unico presidente legittimo del Congresso Nazionale.
La situazione che si è venuta a creare in Honduras ripercorre i tipici schemi dei golpe che abbiamo visto verificarsi in molti Paesi dell’America Latina negli ultimi anni. Non va dimenticato, del resto, che già nel 2009 in Honduras si verificò un golpe con il quale venne rimosso il legittimo presidente Manuel Zelaya, marito proprio di Xiomara Castro, che venne incostituzionalmente costretto all’esilio. Lo schema di creare organi paralleli a quelli costituzionali è già stato messo in atto in Venezuela con il golpe guidato da Juan Guaidó, quando costui si autoproclamò presidente del Paese. Il venezuela, con oltre vent’anni di governo bolivariano alle spalle, è riuscito a respingere questi tentativi. La situazione honduregna resta invece molto più delicata, visto che i reazionari guidati da Hernández detengono ancora un grande potere nel Paese.
Per il momento, gli Stati Uniti restano a guardare. La potenza imperialista nordamericana sembrava disposta ad accettare la presidenza di Xiomara Castro, tanto che il 27 dicembre l’investitura del nuovo presidente dovrebbe vedere la partecipazione di una delegazione proveniente da Washington, guidata dalla vicepresidente Kamala Harris. Non va dimenticato che il presidente uscente Hernández, inizialmente sostenuto dagli USA, è stato accusato dalla Corte di New York di aver ricevuto finanziamenti dai cartelli della droga.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog