Nessun esponente politico della Destra sembra adatto a ricoprire la carica di presidente della Repubblica, perché?
I principali esponenti della Destra italiana hanno ripetuto in questi giorni che un esponente del loro schieramento può ricoprire la carica di presidente della Repubblica come e meglio di un candidato del Centrosinistra. Insomma, ogni esclusione ideologica sarebbe pretestuosa. Nelle ultime elezioni, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi erano certi di farcela, ma ancora una volta è prevalso un esponente del Centrosinistra, perché?
Se guardiamo i presidenti eletti dal dopoguerra ad oggi è facile constatare che quelli più popolari appartengono all’area progressista. Tra questi Sandro Pertini, Carlo Azelio Ciampi ed ora Sergio Mattarella. Invece, i più discussi sono stati i democristiani ‘di destra’, come Antonio Segni, coinvolto nelle vicende del cosiddetto Piano Solo, Francesco Cossiga, che non ha fatto altro che attaccare e criticare i parlamentari che lo hanno eletto e soprattutto Giovanni Leone dimessosi per le vicende legate allo scandalo Lockheed.
Il capo dello Stato deve rappresentare l’unità nazionale, sancisce l’articolo 87 della Costituzione. Deve avere cioè un alto senso del bene comune e soprattutto deve possedere una moralità al di sopra della media. Ed ancora. Deve essere rigoroso nei comportamenti, ma non deve essere autoritario. Deve saper ascoltare e decidere senza condizionamenti ideologici o di parte.
Nell’area politica cosiddetta ‘moderata’ e ‘liberale’ mancano personalità che abbiano queste caratteristiche e che, nello stesso tempo, siano inclusive ed altruiste, che sappiano rappresentare tutti, ma proprio tutti.
Per loro eleggere la massima carica dello Stato è sempre stato difficile ma lo è ancora di più se non hanno i numeri per farlo da soli. E quando ci sono riusciti quasi sempre hanno eletto leader scomodi o di parte.
Allora, se non si riesce ad eleggere un Presidente ‘superpartes’, è meglio forzare il dettato costituzionale e riconfermare quello uscente.