Gli ultimi giorni hanno visto episodi di repressione da parte delle forze dell’ordine che preoccupano.
Prima le manganellate agli studenti che protestavano per l’alternanza scuola- lavoro, poi l’odiosa intimidazione alla stazione Termini di alcuni volontari che avevano il sovversivo obiettivo di fornire dei panini a dei senza tetto, infine l’organizzata operazione di polizia contro i partecipanti alla campagna Ultima Generazione di Extinction Rebellion, una campagna di disobbedienza civile nonviolenta destinata a chiedere un incontro al governo su un tema piuttosto secondario: la crisi ecologica e climatica e i modi di risolverla.
Quest’ultimo evento abbiamo avuto occasione di seguirlo con la rete dei Mediattivisti: la Campagna Ultima Generazione è iniziata a Dicembre con dei blocchi stadali in assi viari importanti di Roma ed è ripresa in questi giorni con una performance-protesta davanti al Ministero della Transizione Ecologica; verificata l’indisponibilità a un incontro da parte del ministro Cingolani, i membri dell’azione hanno imbrattato di vernice alcuni muri del Ministero. Sui dettagli si possono consultare i Comunicati Stampa, tutti pubblicati da Pressenza, in cui gli interessati chiariscono anche varie notizie false circolate sui media.
Quello che lascia stupiti è quanto successo il giorno dopo quando, con la scusa di fare un controllo anti-covid, poliziotti sono entrati nel B&B dove alloggiavano i partecipanti alla campagna e hanno cominciato a perquisire i locali e quindi a portare in questura tutti i presenti (inclusa la figlia minorenne di uno di loro in visita al papà), insieme a quelli che avevano già fermato in precedenza mentre facevano un altro blocco stradale continuando la protesta.
In modo casuale un appartenente alla rete mediattivisti si trovava là davanti e ha riferito di una volante che entrava contromano mentre un agente in borghese dirigeva le operazioni.
Una rete di solidarietà e di vigilanza democratica si è immediatamente attivata e grazie al Segretario Generale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, l’On. Suriano ha telefonato in questura per chiedere notizie e spiegazioni ma le hanno suggerito di chiamare la Digos, altro fatto almeno insolito. Allo stesso modo l’On. De Falco ha chiesto di essere informato per valutare l’opportunità di una Interrogazione Parlamentare.
Nel corso della serata per fortuna gli interessati sono stati denunciati e rilasciati, accumulando così un altro foglio di via oltre a quelli già collezionati a Dicembre.
Il clima innescato dalle misure speciali di contrasto alla pandemia, dallo stato di emergenza e dall’ansia generata da una malattia ancora mortale sembrava più che sufficiente a pensare a una mitigazione delle misure di ordine pubblico: questa settimana sembra dire il contrario e sembra delineare una escalation di repressione ingiustificata che è difficile attribuire a qualche zelante funzionario.
Come è possibile rispondere a una legittima richiesta di dialogo da parte di membri di una movimento internazionale con un’azione repressiva e intimidatoria come i fogli di via e le perquisizioni?
Quanto sarebbe stato più degno dell’autoproclamato “Governo dei Migliori” che il Ministro Cingolani prendesse la sua agenda, scendesse dal suo ufficio fino alla reception del suo Ministero e dicesse a quei ragazzi lì fuori: “va bene per voi se ci vediamo lunedì prossimo alle 10,30?”. E ascoltasse cosa hanno da dire, come dovrebbe avere il dovere istituzionale ogni Ministro della Repubblica.
Come sarebbe stato buono, per altro, che gli ultimi due governi non eletti che hanno gestito la pandemia avessero ascoltato le diverse opinioni sulla gestione dell’emergenza.
Questo il problema di fondo: illuminati governanti, saccenti portatori della Verità ci guidano con la loro indiscutibile saggezza e, quando abbiamo qualcosa da dire, ci manganellano con la saggezza delle forze dell’ordine; mandano agenti che dovrebbero essere destinati alla criminalità organizzata, alla mafia e al terrorismo a perquisire ragazze e ragazzi rei di essere seriamente preoccupati per la situazione ecologica e sociale; mandano le forze dell’ordine, che sarebbe bene spedire nei cantieri a controllare il rispetto delle regole e a fermare la carneficina di incidenti sul lavoro, a manganellare studenti che protestano pacificamente per avere una scuola in cui si sentano bene, in cui possano diventare cittadini civili, intelligenti, critici.
Questi episodi repressivi e questa strisciante isteria nelle risposte del governo fanno pensare a una deriva autoritaria che già viene da questa serie di governi che non rispecchiano minimamente la volontà del popolo.
E’ necessaria una risposta che vada oltre la protesta e l’indignazione per costruire una completa alternativa: nonviolenta, umanista, ecologista, veramente democratica, antifascista. Non è una risposta facile ma è urgente e necessaria.