Dittatore Francisco Morales Bermúdez
Francesco Cecchini
La Cassazione ha confermato la sentenza di condanna all’ergastolo per l’ ex dittatore peruviano Francisco Morales Bermúdez, accusato della scomparsa di diversi italiani perpetrata attraverso il Piano Condor, il sistema di repressione degli oppositori politici in America Latina negli anni ’70 e ’80.
Proprio Bermudez, che lo scorso ottobre ha compiuto 100 anni, è stato il fautore dell ingresso del suo paese nel coordinamento repressivo del sistema Condor. Uno degli eventi più noti accaduti in seguito a tale partecipazione è stato il sequestro operato da militari del Battaglione 601 dell esercito argentino nella città di Lima di Noemí Gianotti Molfino, il cui cadavere è stato ritrovato quattro giorni dopo a Madrid, il 19 luglio 1980. Determinante in questo in questo omicidio è stato il contributo del Colonnello Martín Felipe Martínez Garay.
Come richiesto dalla Procura, la Suprema Corte ha respinto il ricorso depositato dopo le sentenze di primo e secondo grado a Morales Bermúdez, che in ottobre ha compiuto cento anni e che, come quasi tutti gli imputati, è stato processato senza comparire davanti al Corte romana.
D’ altra parte, la sentenza contro l’ ex capo dell’esercito peruviano, il generale Germán Ruiz Figueroa, è stata annullata perché la sua morte è stata confermata nel 2019, riferiscono fonti vicine al processo.
Questo è l’ ultimo episodio del processo italiano della cosiddetta Operazione Condor.
L’Italia ha iniziato a indagare due decenni fa sull’omicidio e la scomparsa di italo-latinoamericani nel Piano Condor e nel 2007 ha chiesto l’arresto di un totale di 146 militari dei sistemi di governo di fatto che erano un tempo in vigore in Argentina, Bolivia, Brasile , Cile, Perù, Paraguay e Uruguay.
Tra loro c’ era Francisco Morales Bermúdez, che ha presieduto la dittatura militare del Perù tra il 1975 e il 1980, in quella che era conosciuta come la “seconda fase”, quella reazionaria, del governo delle forze armate, istituito con il colpo di stato del 1968.
Il passare del tempo e la morte di molti imputati, nonché la mancanza del permesso di venire dall’ Argentina, hanno ridotto notevolmente l’ elenco degli imputati, anche se lo scorso luglio è stato confermato l’ ergastolo per quattordici di loro, undici uruguaiani e tre cileni.
Tutti i condannati sono stati condannati senza essere comparsi in Italia, ad eccezione del repressore uruguaiano Jorge Néstor Troccoli, l’ unico che ha vissuto in territorio italiano dopo essere sfuggito alla giustizia nel suo Paese e che sta scontando l’ergastolo nel carcere di Salerno.
Arturo Salerni, avvocato di parte civile nel processo, che in questi giorni si trova in Argentina e Uruguay, ha dichiarato: Si tratta di una pagina importante nel percorso di verità sulla vicenda dellaccordo criminale tra i regimi dell America Latina e di giustizia rispetto ai crimini commessi contro oppositori, dissidenti militanti politici e sindacali negli anni 70 che non possono essere dimenticati. Nunca mas, non più, terrorismo di stato.
Un’ immagine più recente di Francisco Morales Bermúdez