Per la Consulta, che ha bocciato il referendum sull’eutanasia, “non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana”. I promotori avevano raccolto 1 milione e 240mila firme
Referendum sull’eutanasia: la nota della Consulta
“La Corte Costituzionale si è riunita oggi in camera di consiglio per discutere sull’ammissibilità del referendum denominato ‘Abrogazione parziale dell’articolo 579 del Codice penale (omicidio del consenziente)’. In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio comunicazione e stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché, a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni”.
Associazione Coscioni: “Il cammino non si ferma”
L’Associazione Luca Coscioni, tra i promotori del referendum sull’eutanasia che ha raccolto più di un milione di firme, afferma in una nota:
“Il cammino verso la legalizzazione dell’eutanasia non si ferma. Certamente, la cancellazione dello strumento referendario da parte della Corte costituzionale sul fine vita renderà il cammino più lungo e tortuoso, e per molte persone ciò significherà un carico aggiuntivo di sofferenza e violenza. Ma la strada è segnata”.
L’Associazione, prosegue la nota, “non lascerà nulla di intentato, dalle disobbedienze civili ai ricorsi giudiziari, ‘dal corpo delle persone al cuore della politica’. Ci rivolgeremo anche alle forze politiche e parlamentari, in questi anni particolarmente assenti o impotenti, e prenderemo in considerazione la possibilità di candidarci direttamente a governare per realizzare le soluzioni che si affermano ormai in gran parte del mondo democratico”.
Infine, conclude la nota, “siamo grati a chi ha dato forza finora alla campagna ‘eutanasia legale’, inclusi quel milione e 240mila cittadini che hanno sottoscritto i referendum e i tanti che ci hanno sostenuto. A loro, e a tutti i cittadini diciamo che la lotta per essere ‘liberi fino alla fine’, iniziata con Piergiorgio Welby 15 anni fa, prosegue“.
Le parole di Giorgio Cremaschi (Pap)
“Ho firmato e sostenuto il referendum che apriva la via alla #eutanasialegale perché il diritto a una morte dignitosa è diritto della vita; e non voglio che esso sia riservato solo a chi può permettersi le cliniche in Svizzera.
Il NO della Corte Costituzionale presieduta da Giuliano Amato è profondamente ingiusto umanamente e socialmente. E anche regressivo sul piano democratico perché toglie il diritto a decidere ai cittadini, sapendo perfettamente che con questo Parlamento reazionario una legge non ci sarà mai.
Gli unici che festeggiano sono i clericali che ancora una volta contano nella politica e nelle istituzioni molto di più del loro consenso reale. Aria di Medio Evo, ma non bisogna mollare.”