La Castiglia e León, situata nel nord-ovest della Spagna, è la più estesa delle 19 autonomie che costituiscono il Paese. La regione era governata da Alfonso Fernández Mañueco del Partido Popular (PP) in seguito al risultato delle elezioni del 2019, quando i popolari riuscirono a formare un governo in coalizione con Ciudadanos nonostante il risultato delle urne avesse visto il primato del Partido Socialista.
Tuttavia, l’accordo tra popolari e Ciudadanos non ha avuto molto successo, visto che le due formazioni politiche si sono trovate presto in disaccordo sulla gestione della pandemia di Covid-19 nella regione. Questo ha portato ad un voto di sfiducia proposto dai socialisti ed al passaggio all’opposizione di un deputato di Ciudadanos, portando il governo regionale in minoranza. La situazione di stallo, le difficoltà nei rapporti con la formazione alleata e i sondaggi favorevoli hanno portato Fernández Mañueco a convocare elezioni anticipate per il 13 febbraio, sperando in questo modo di liberarsi dello scomodo alleato e di formare un governo monopartitico.
I risultati delle urne, però, non hanno premiato i popolari quanto previsto dal loro leader, e questo ha portato ad una nuova difficile situazione in vista della formazione del nuovo governo regionale. Il PP, infatti, ha certamente ottenuto il primato con il 31,43% delle preferenze e 31 deputati eletti, ma questi numeri non permettono a Fernández Mañueco neppure di avvicinare la maggioranza assoluta dell’emiciclo di Valladolid, composto da 81 scranni. Al contrario, ha permesso all’estrema destra di Vox di passare da un solo deputato a ben tredici rappresentanti, pari al 17,64% delle preferenze, ponendo l’estrema destra nella posizione di dettare legge circa la formazione di una maggioranza di governo.
Sicuramente, quello che è andato pienamente secondo i piani dei popolari è stato il risultato di Ciudadanos, che passa da dodici ad un solo deputato, perdendo oltre dieci punti percentuali ed ottenendo solo il 4,49% dei consensi. Calano anche i socialisti, che vengono scavalcati dal PP e si classificano secondi con il 30,05% dei suffragi e 28 legislatori, mentre il gruppo locale di Podemos, in coalizione con Izquierda Unida altre liste di sinistra, elegge un solo rappresentante, perdendo oltre due punti percentuali (5,08%). Il resto dei seggi sarà occupato da rappresentanti di liste locali.
Come detto, i risultati delle elezioni hanno dato a Vox l’impressione di poter essere la forza determinante per la nascita del prossimo governo regionale, a tal punto che Santiago Abascal (in foto), leader nazionale della formazione di estrema destra che non rinnega la propria vicinanza al franchismo, ha proclamato che il proprio candidato Juan García-Gallardo sarà il prossimo vicepresidente della comunità autonoma. Abascal ha anche aggiunto che il suo partito non accetterà di partecipare al governo regionale con un potere inferiore rispetto a quello che i popolari avevano concesso a Ciudadanos nella precedente legislatura: “Non sosterremo Mañueco in cambio di niente”, ha detto.
Le parole di Abascal non hanno lasciato impassibile il presidente regionale, che ha affermato che i popolari non sono pronti “a fare passi indietro” per venire incontro a Vox. Secondo quanto riportato dal principale quotidiano iberico, El País, Mañueco ha affermato che i popolari tenteranno la formazione di un governo monopartitico di minoranza, e che non faranno passi indietro sulla legge regionale promossa dal suo governo sulla questione della violenza di genere, fortemente osteggiata dall’estrema destra. “Se qualcuno pensa che il PP farà un passo indietro nella difesa dell’uguaglianza tra uomini e donne, si sbaglia”, ha detto il presidente regionale.
Secondo la stampa spagnola, i popolari vogliono chiedere il sostegno ai sette deputati dei partiti locali e solo in seguito ottenere un appoggio esterno da parte di Vox, senza concedere alla formazione di Abascal l’ingresso nel governo regionale. “Un governo forte non deve necessariamente essere un governo di coalizione”, ha dichiarato Mañueco parlando ai suoi elettori.
Sulla questione della Castiglia e León è intervenuto anche il primo ministro Pedro Sánchez, leader nazionale del Partido Socialista Obrero Español (PSOE). Secondo il capo del governo, i socialisti potrebbero optare per l’astensione al fine di permettere ai popolari di governare senza la maggioranza, scongiurando in questo modo l’ingresso di Vox nell’esecutivo regionale. Tuttavia, Sánchez ha affermato che per ottenere questo tipo di accordo i popolari dovrebbero interrompere la collaborazione con l’estrema destra in tutta la Spagna a tempo indeterminato.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog