Purtroppo sta succedendo un po in tutta Italia nelle manifestazioni per la pace che hanno visto una forte partecipazione popolare e anche delle comunità ucraine locali vedono l’infiltrazione di membri di Pravyj Sektor gruppo neonazista che in Ucraina è stato affrancato e integrato all’esercito. Riportiamo qui di seguito quanto accaduto a Ferrara e Reggio Emilia di quest’ultimo caso avevamo già parlato

Stefano Lugli Prc

Ieri nelle piazze pacifiste di Ferrara e Reggio Emilia sono state sventolate le bandiere rosso e nere riconducibili al partito ucraino Pravyj Sektor, ossia un’organizzazione paramilitare di ideologia neonazista. A Ferarra addirittura c’erano ucraini col braccio teso nel saluto fascista e la segretaria di Rifondazione Comunista Stefania Soriani è stata zittita e insultata quando ha cercato di spiegare che l’allargamento della NATO fino ai confini della Russia è alla base dell’escalation guerrafondaia in Ucraina. A Stefania Soriani va tutta la mia solidarietà e vicinanza. A Bologna Gianni Morandi canta la canzone pacifista per eccellenza e solleva un cartello che chiede l’intervento militare della NATO.

Ciò è avvenuto nell’inconsapevolezza degli organizzatori, ma questi episodi rendono evidente la necessità di assoluta chiarezza nel movimento pacifista e nelle piattaforme che convocano le manifestazioni. Per quanto mi riguarda chi agita l’intervento militare indiretto, o peggio chiede l’entrata della NATO nel conflitto, ci porta ad un passo dalla terza guerra mondiale ed è in contraddizione con ogni principio pacifista e con la stessa Costituzione. L’Italia ripudia la guerra in tutte le sue forme e su questo aspetto non possono esserci ambiguità nelle piazze pacifiste.

La notizia dell’avvio di colloqui tra l’Ucraina e la Russia apre una crepa nell’escalation guerrafondaia che anche in Italia sta salendo irresponsabilmente.

Nè con Putin nè con la Nato.

Situazione simile è avvenuta anche a Rimini qui riportiamo il comunicato di ANPI

SOLIDARIETÀ AL COMPAGNO DAVIDE GASPERI

Sabato mattina abbiamo manifestato per la pace in Ucraina: il nostro presidio è stato partecipato dalle cittadine e dai cittadini del posto e anche dalla comunità ucraina locale. Esprimiamo soddisfazione nell’aver visto tanta partecipazione, eppure sono accaduti dei fatti profondamente sbagliati e scorretti nei confronti di Davide Gasperi del Partito Comunista Italiano federazione di Rimini, il quale è stato vittima prima dell’interruzione del suo intervento da parte di alcune persone della comunità ucraina, le quali hanno disturbato il suo intervento senza lasciargli modo di terminarlo, e poi di un’aggressione fisica da parte di un manifestante. Sappiamo che questi comportamenti non rappresentano la comunità ucraina locale, ma da parte nostra non può che esserci una forte condanna circa questo atteggiamento antidemocratico e autoritario. Gasperi, data la situazione, non ha ritenuto opportuno terminare il suo discorso, per questo intendiamo non solo scusarci profondamente per l’accaduto ma anche esprimere la più profonda vicinanza a lui e a tutte quelle persone che non si sono sentite sicure a esprimere la propria opinione.
Riportiamo qui sotto l’intervento integrale che il compagno Gasperi avrebbe dovuto esporre:

“Care amiche, cari amici
La tensione tra Ucraina e Russia è esplosa.

La guerra nel cuore dell’Europa, con il suo carico di distruzione e di morte è divenuta realtà. Occorre fermarla! Essa non è mai nell’interesse dei popoli chiamati a combatterla.
Occorre giungere ad un immediato cessate il fuoco, ridare voce alla diplomazia, al dialogo tra le parti.

È un dato di fatto che dalla caduta dell’URSS gli USA ed i loro alleati hanno promosso una politica aggressiva nei confronti della Russia, volta al suo accerchiamento attraverso l’allargamento ad est della NATO, puntando all’annessione dell’Ucraina.

È parte di tale politica quanto accaduto nel 2014 in quel paese, ossia la destabilizzazione di un governo democraticamente eletto, da parte di forze dichiaratamente, di destra, addirittura nazifasciste, appoggiate dagli USA e dall’Unione Europea.

Da ciò è derivata l’auto proclamazione delle repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk, russofone, e l’esplosione di un conflitto che ha già provocato migliaia di morti, per tanta parte civili.

Altro dato di fatto che le dichiarazioni del segretario di stato americano Antony Blinken, così come quelle del segretario generale della NATO Stoltenberg, volte a rivendicare “il diritto di ogni nazione di scegliere le proprie disposizioni di sicurezza”, hanno finito con il soffiare sul fuoco, rappresentando la risposta formale alla richiesta di rassicurazioni circa il congelamento degli assetti dati avanzata dalla Russia.

Oltre a ciò tali dichiarazioni sono manifestamente ipocrite in quanto gli USA risposero in ben altro modo in tempi passati, come al tempo della “crisi dei missili a Cuba”.

È un dato di fatto che le stesse dichiarazioni del blocco euro-atlantico circa la messa in discussione del diritto internazionale a seguito del riconoscimento delle repubbliche popolari del Donbass da parte della Russia, siano strumentali, in quanto lo stesso attuò quelle stesse politiche ai fini dello smembramento della ex Jugoslavia.

Il nostro Paese, in spregio all’articolo 11 della Costituzione e del diritto internazionale, partecipò direttamente alla guerra nei Balcani voluta dalla NATO.

Tra le risposte da dare alla situazione si rincorrono molteplici proposte, alcune volte all’allargamento del conflitto, che confermerebbe una volta di più il carattere aggressivo assunto dalla NATO.

Emblematiche le dichiarazione del Primo Ministro inglese Boris Johnson, nonché la messa in campo di sanzioni, caldeggiate dagli USA, che finirebbero con il ritorcersi soprattutto sull’economia europea, in particolare la nostra, scaricandone il prezzo sulle condizioni dei ceti popolari.

C’è bisogno di ben altro.

Noi, i comunisti, insistiamo perché prevalga la ricerca del dialogo e della negoziazione, affinché a partire da un rinnovato ruolo dell’ONU si affermi una soluzione pacifica.

In tal senso riteniamo necessario che l’Ucraina diventi un paese neutrale, che garantisca democrazia ed antifascismo sul piano interno ed una politica di collaborazione tra i paesi europei e la Russia sul piano internazionale.

Se così non dovesse essere, il rischio di un conflitto su larga scala diverrebbe più concreto.

Ci teniamo a ribadire che, fino a quando il nostro paese resterà sotto il controllo diretto della NATO, con gli USA che più che alleati trattano gli appartenenti come sudditi silenziosi, non avremo mai la certezza di poter vivere in pace! Una decisione va presa con fermezza, e nemmeno questo governo, quello “dei migliori” è in grado di farlo!

Ed allora noi, ancora una volta, chiediamo che venga rotto questo vincolo di servitù militare: perché siamo stanchi di nasconderci dietro al termine “missioni di pace!”.

Tutto questo si riassume in una semplice ma indispensabile affermazione:

Fuori l‘Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia!”

ANPI Comitato Provinciale Rimini

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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