Materiale bellico inviato al regime ucraino da paesi europei della NATO

Francesco Cecchini

RADICI DELLA CRISI ATTUALE.                            Nonostante le promesse fatte a Gorbaciov alla fine della Guerra Fredda, la NATO ha incorporato quasi tutti gli ex alleati sovietici stabilendo le sue strutture militari lungo il confine con la Russia. Inoltre, sono state istigate “rivoluzioni colorate” nelle ex repubbliche sovietiche contro regimi favorevoli alla Russia. Tuttavia,  esiste il  rifiuto a riconoscere come legittime le preoccupazioni della Russia per la sua sicurezza .

Manlio Dinucci nella sua rubrica “L’Arte della Guerra” del 1 marzo 2022 pubblicata su Il Manifesto così scriveva: “Nel febbraio 2014 la Nato, che dal 1991 si era impadronita di posti chiave in Ucraina, effettuava tramite formazioni neonaziste appositamente addestrate e armate, il colpo di stato che rovesciava il presidente dell’Ucraina regolarmente eletto. Esso era orchestrato in  base a una precisa strategia: attaccare le popolazioni russe di Ucraina per provocare la risposta della Russia e aprire così una profonda frattura in Europa.  Quando i russi del Donbass (bombardati da Kiev anche col fosforo bianco) si trinceravano nelle due repubbliche, iniziava contro la Russia la escalation bellica della Nato. La sosteneva la Ue, in cui 21 dei 27 paesi membri appartengono alla Nato sotto comando Usa. In questi otto anni, forze e basi Usa-Nato con capacità di attacco nucleare sono state dislocate in Europa ancora più a ridosso della  Russia, ignorando i ripetuti avvertimenti di Mosca…”.                                                                 Ciò ha portato all’    azione militare della Russia nei confronti dell’    Ucraina.

SITUAZIONE ATTUALE.                                         In questo momento oltre le sanzioni economiche alla Russia, che però stanno colpendo tutto il mondo, vi è un programma di rifornimento  di  armi al regime ucraino senza precedenti nella storia del secondo dopoguerra. Più di 20 paesi, inclusi membri della NATO e dell’Unione Europea, stanno incanalando armi, compresi aerei e missili, in Ucraina per usarle nella guerra per procura della NATO con Russia. Anche l’    Italia partecipa alla beligeranza. Per esempio, con la situazione in Ucraina che si fa sempre più drammatica, l’Aeronautica militare ha incrementato a 8 il numero di Eurofigter 2000 della” Task Force Black “dispiegati in Romania. Altri 2 velivoli del 4^ Stormo sono infatti arrivati dalla base di Grosseto con anche un C-130J della 46^Brigata Aerea di Pisa, secondo quanto stabilito nell’ambito del rafforzamento degli elementi di deterrenza sulla zona est dell’Alleanza. La TaskForce Air Black Storm  sotto il comando del Colonnello Morgan Lovisa, ha l’    importante obiettivo di garantire la sicurezza  dello spazio aereo della Romania. Una Task Force che deve anche  scoraggiare qualsiasi minaccia che possa rappresentare un rischio per le nazioni della NATO. Mentre continua il confronto militare che ha causato distruzioni fisiche e moltissimi morti di militari e di civili Mosca ha dichiarato una pausa per evacuare civili. Inoltre è vicina la ripresa dei negoziati di pace,

CHE FARE IN ITALIA.

L ’ulteriore tentativo di allargamento della NATO fino ai confini della Russia è alla base dell’escalation in Ucraina. Gli Stati Uniti e l’    Unione Europea hanno sponsorizzato le forze etno-nazionaliste che hanno riabilitato come eroi nazionali i collaborazionisti col nazismo come Bandera e portato avanti politiche discriminatorie verso la popolazione di lingua russa.  Non bisogna essere dei sostenitori di Putin per comprendere che la Russia non può accettare di ritrovarsi missili e basi NATO ai suoi confini, né può voltare le spalle alle popolazioni del Donbass a cui l’    Ucraina nega persino l’    autonomia prevista negli accordi di Minsk che erano stati condivisi dal consiglio di sicurezza dell’    ONU. È evidente che la neutralità dell’    Ucraina e il riconoscimento dei diritti delle popolazioni delle regioni di lingua russa sono l’ unica via di uscita dalla crisi, mentre Unione Europea, NATO e Usa continuano a fomentare da anni una guerra a bassa intensità nel Donbass. Andrebbe ricordato il ruolo svolto da UE nel sostegno a Euromaidan presentata come una rivoluzione democratica.  Nonostante il palese coinvolgimento di forze neonaziste nel processo avviato nel 2014, l’    Ue ha sottoscritto un accordo di associazione e di libero scambio con l’Ucraina e finanziato prestiti. Dallo scioglimento dell’    URSS, gli USA e la NATO hanno violato gli impegni assunti con Gorbaciov assorbendo i Paesi dell’Europa orientale e non è un caso che l’    ex-presidente si sia schierato dalla parte di Putin, come la stessa opposizione comunista. È interesse del nostro Paese la risoluzione pacifica della crisi e la ripresa della cooperazione con la Russia. Viceversa il Ministro degli Esteri italiano, brillando per subalternità agli Usa, ha ritirato parte del personale diplomatico da Kiev, a differenza di quanto fatto altri da altri paesi europei e dalla diplomazia Ue, mentre il “ministro della guerra” Guerini getta benzina sul fuoco con lo spiegamento di truppe, aerei, navi militari nei Paesi Baltici, in Romania e nel Mar Nero. Proprio l’    Italia dovrebbe invece continuare a chiedere quella verità e giustizia finora negate su Andrea Rocchelli, assassinato il 24 maggio 2014, vicino alla città di Sloviansk, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Donbass. Nessun partito nel parlamento italiano ha il coraggio di dire apertamente che la prepotenza degli Stati Uniti e della NATO anche nel caso ucraino rappresenta una minaccia per la pace, mentre è interesse dei Paesi europei stabilire con la Russia rapporti di cooperazione.  I folli piani di destabilizzazione statunitensi hanno già prodotto una guerra di bassa intensità tra Ucraina e repubbliche autonome che dal 2014 ha causato secondo le stime 14.000 vittime.  L’    atlantismo, divenuto ideologia ufficiale di gran parte delle forze politiche,  si dimostra ancora una volta il peggiore nemico della pace. L’    Italia deve smettere di esserne complice andando contro i suoi stessi interessi.

NO ALLA NATO, NO ALLA GUERRA!

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “COSA STA SUCCEDENDO IN UCRAINA?”
  1. Non se ne va fuori, basta vedere i commenti sui social, dove devi essere o proPutin, o controPutin. Se si fa un’analisi articolata, quale la Vs., che permetta di capire perché si è arrivati a questo punto, e anche di capire chi sia il vero nazista (Usa), è un delirio di offese da parte di esaltati, i peggiori fra i cosiddetti democratici. Io spero che sia la Cina a intervenire per le trattative e una mediazione, altrimenti la vedo dura, specialmente dopo l’assassinio di uno dei negoziatore russi.

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