Copertina del romanzo Una donna di Sibilla Aleramo, edito da Feltrinelli
Francesco Cecchini
UNA RISATA. Forse un giorno la sentirò prorompermi dalla gola: giorno di gran sole, risata sopra il mondo, e poi due braccia che mi sollevino ansante verso la prima stella della sera. Siblilla Aleramo
Una Donna fu pubblicato 116 anni fa nel 1906, ma continua ad esserlo. Posseggo una copia pubblicata da Feltrinelli nel 2005, la quarantottesima edizione, e ve ne sono state altre. E’ uno dei primi romanzi femministi apparsi in Italia, se non il primo.
“La mia fanciullezza fu libera e gagliarda”….Sono le prime parole di questo libro autobiografico dall’ ammirazione per il padre fino alla sofferta decisione di lasciare il marito e soprattutto il figlio, in nome dell’ affermazione di una vita libera e consapevole e contro la costrizione e l’ umiliazione dell’esistenza che un’ ipocrita ideologia del sacrificio intendeva imporre alle donne.
Il libro ottenne subito un grande successo e fu presto tradotto in quasi tutti i paesi europei e negli Stati Uniti d’ America.
Sibilla per tutta la vita continuerà a gridare il suo bisogno di felicità e di libertà e fu una donna piena di fascino e senza censure. La sua vicenda di vita fuori del comune ispirò film. Il rapporto con il poeta Dino Campana formò il soggetto del film Un viaggio chiamato amore (2002), diretto da Michele Placido e interpretato da Laura Morante e Stefano Accorsi. Idem aveva fatto anni prima (1985) il regista Luigi Faccini con il film Inganni interpretato da Bruno Zanin e Olga Karlatos.
Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio