Francesco Cecchini


Cimitero delle vittime di Srebrenica
L’11 luglio 1995 le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić entrarono nella “zona protetta” (dalle Nazioni Unite) di Srebrenica. Nei giorni successivi alla caduta della città, le forze militari e paramilitari serbo-bosniache liquidarono sistematicamente oltre 8 mila bosgnacchi, i bosniaci musulmani. Due anni prima del massacro le Nazioni Unite avevano designato Srebrenica come “area sicura” per i civili in fuga dai combattimenti tra il governo bosniaco e le forze serbe separatiste, nel contesto del crollo della Jugoslavia.
Srebrenica si trovava sotto la tutela di un contingente olandese dell’UNPROF (una forza d’intervento militare delle Nazioni Unite) che non intervenne a difesa dei bosgnacchi, massacrati dall’Esercito della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina guidate dal generale Ratko Mladić, appoggiati dal gruppo paramilitare degli “Scorpioni”.
Dopo 27 anni l’Olanda si è scusata per il massacro di Srebrenica. Il governo olandese si è scusato per la prima volta con i parenti delle vittime del genocidio del 1995 nella città bosniaca di Srebrenica. “La comunità internazionale non è riuscita a proteggere la popolazione di Srebrenica”, ha dichiarato la ministra della Difesa Kajsa Ollongren nella cerimonia avvenuta oggi in occasione del ventisettesimo anniversario del massacro.
Srebrenica è l’esempio di quali possono essere le conseguenze del nazionalismo estremista. In un momento in cui la xenofobia, i partiti nazionalisti e i conflitti etnici tornano a emergere in tutto il mondo, l’anniversario del massacro è quantomai significativo e va ricordato per non dimenticare e non perdonare i responsabili delle 8.372 vittime , le truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladić e i paramilitari degli Scorpioni e i complici. le truppe ONU che si sono rifiutate di proteggere la popoloazione.
Esempio importante di solidarità.  Il 28 giugno 2005 il Consiglio comunale di Marzabotto, luogo dove avvenne una delle più feroci stragi naziste, ha stretto un patto di amicizia con la città di Srebrenica, allo scopo di ricordare la strage e le violenze accadute in questa città della ex Jugoslavia l’11 luglio 1995, sostenere le azioni per consegnare i colpevoli alla giustizia e promuovere la pace e la ricostruzione in quella regione. Al  patto di amicizia con Srebrenica ha fatto seguito una seconda deliberazione nella quale il Comune ha individuato alcune azioni per sostenere la ripresa della vita economica e culturale della città.




Non dimenticare Srebrenica

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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