A prima vista sembra un paradosso, un siparietto, una pagliacciata politica. Dopo aver ricevuto la fiducia della maggioranza assoluta del Parlamento Mario Draghi va dal Presidente della Repubblica per rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio. Una cosa mai vista. Di fatto il già banchiere Draghi incaricato di presiedere un governo che ha identificato i propri fini con quelli dell’economia finanziaria, un governo che ha svuotato di sostanza e di senso il processo democratico non può che manifestare sprezzo per ogni barlume di confronto democratico. L’oligarchia non ammette (più di tanto) interventi della politica, non ammette dissensi, il suo esercizio è quello di agire un potere smisurato. Bene ha fatto il M5S, tra mille contorsioni di Palazzo, dopo aver votato i peggiori provvedimenti, a non votare la fiducia ma questo non produce ancora una svolta. La svolta può nascere dalla ripresa di mobilitazione e di conflitto sociale nel Paese, dalla ricostruzione di una sinistra antiliberista, popolare e di cambiamento in alternativa al sistema della guerra. Va data voce al malcontento sociale e alla contrarietà alla guerra. Lavoriamo in questa direzione.
Ezio Locatelli Prc