Gli appelli, la chiamata per acclamazione, le sperticate lodi giornalistiche e le surreali manifestazioni per Draghi, iniziative “spontanee” a favore del premier che si dimette per il fastidio di avere opposizioni, rappresentano la più grande manovra reazionaria mai realizzata da quando l’Italia una repubblica.
Le surreali manifestazioni per Draghi
Le manifestazioni che inneggiano ai governanti si chiamano parate, evocano Piazza Venezia. Sono violente e oppressive di per sé.
Da tempo sostengo che la managerialità, il darwinismo sotteso ai concetti di competenza e merito, rappresentano il volano perché la mentalità fascista sia rammodernata in altre vesti. E le nuove camicie brune sono manganellatori di moralità.
Utilizzano il dileggio sistematico per screditare pensieri alternativi, usano atti di teppismo politico per esautorare le Istituzioni e la Costituzione, disprezzano i ceti non abbienti e privi di quella pseudo cultura preconfezionata dalle Università della produttività perché odiano la democrazia.
Le troviamo, queste milizie, nei quartieri ordinati e mondani delle grandi città, nei salotti semi istruiti della società civile, nei corridoi del giornalismo mansueto. Nelle adunate di fuoriusciti dalle scuole business, nei centri specializzati di rigenerazione personale. Nelle fantasie di chi vive per farsi accettare sgomitando in quei milieu.
In quei contesti i meritevoli possono stabilire diritti e doveri, sempre genuflessi (i diritti e i doveri) nei confronti di chi possiede scintilla creativa, i cafoni (quei cafoni un tempo cari ai socialisti) pagheranno loro colpe.
Il nuovo fascismo nasce e prospera con animo progressista e si consolida in questo straparlare di questioni che non si conoscono, ma che si immagina di conoscere.
Queste fantasie si ergono a etica indiscutibile. E concepiscono la conclusione autoritaria della partita
Quel fascismo in doppiopetto reazionario e piccolo borghese, oggi ha solo dismesso il doppiopetto rinnovando il vestito. Ma assume il medesimo ruolo storico. Civilizzare ed educare i riottosi.