Tina Modotti
Francesco Cecchini
Al Palazzo Ducale di Genova fino al 9 ottobre è in programma la mostra Tina Modotti, Donne Messico e Libertà curata da Sudest57 di Biba Giacchetti.
La vita di Tina Modotti è stata breve, 45 anni, ma intensa e ricca di esperienze emotive, artistiche e di impegno rivoluzionario. Si è innamorata e ha fatto innamorare uomini come Edmond Weston, Julio Antonio Mella e Vittorio Vidali. In soli sette anni, dall’estate del 1923 all’ottobre 1930, fotografò il Messico. realizzando fotografie di grande valore estetico e sociale. Partecipò alla guerra civile in Spagna con il nome di Maria. Maria Teresa Leon, moglie di Rafael Alberti nel XXX anniversario della morte così scrisse nella rivista Rinascita: “ Desidero che un giorno un giovane incida nelle rocce della Sierra di Guadarrama un nome che nessuno possa cancellare dalla nostra memoria: Tina Modotti, nuestra Maria.” Domenica 21 giugno 2007 a La Pedriza, municipio di Manzanares del Real è stato collocato un pezzo di roccia con incisa la frase suggerita da Maria Teresa Leon.
La mattina del 6 gennaio 1942, a Città del Messico, dopo una cena nell’appartamento dell’amico Hannes Mayer, architetto che tra il 1928 e il 1930 aveva diretto il Bauhaus a Berlino, Tina prese un taxi diretta all’appartamento in Dr. Balmis al numero civico 137,di fronte all’ Ospedale di Colonia Doctores, il suo ultimo, modestissimo appartamento, in cima a un edificio, nello spazio che di solito era occupato dalle domestiche delle famiglie borghesi, che divideva con Vittorio Vidali suo compagno da oltre 10 anni. Non arrivò, perché un colpo al cuore le tolse la vita. Come scrisse Mildred Costantine in, Tina Modotti: A Fragile Life,:” Il tassista terrorizzato abbandonò l’auto; la polizia la portò alla Croce Verde dove gli amici identificarono il cadavere.”
Nella sua borsetta fu trovata una foto dell’uomo che più amò in vita, Julio Antonio Mella.
Donne messicane fotografate da Tina Modotti