I guai giudiziari del partito di Giorgia Meloni non sembrano intaccare i sondaggi che la danno favoritissima per le elezioni di settembre. Ci sono indagati per riciclaggio, finanziamento illecito, bancarotta e corruzione. E poi gli arrestati con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso alla vigilia delle ultime amministrative di Palermo.
A Terracina sono stati arrestati sia la sindaca che il vicesindaco, entrambi di Fratelli d’Italia. Ma è solo l’ultimo caso, dall’inchiesta milanese sul finanziamento illecito, che vede indagata fra gli altri Chiara Valcepina, all’operazione che a Palermo ha portato all’arresto per voto di scambio del candidato Francesco Lombardo.
Il successo di Giorgia Meloni nonostante i guai giudiziari di FdI
Del partito della Meloni non preoccupa soltanto che sia un partito di nostalgici fascisti, ma ancor più fa riflettere la composizione di questa formazione carica di indagati, condannati, e chi più ne a più ne metta. I dirigenti di Fratelli d’Italia sono l’espressione dell’Italietta, gente apparentemente pronta a tutto per uno strapuntino, una raccomandazione, un condono per la casa abusiva.
E però bisognerebbe interrogarsi sulle ragioni del successo di Giorgia Meloni. Bisognerebbe chiedersi perché le classi disagiate sono orientate a votare per questi personaggi senza arte né parte.
Certo, nelle file della pseudo sinistra progressiva che strizza l’occhio a Calenda, c’è chi crede che gli italiani disposti a votare FdI siano in fondo tutti fascisti, cioè gente sottosviluppata, appartenente a una razza inferiore, poco scolarizzata e incapace di essere realmente europea, moderna, smart…
Ecco, sarebbe importante riconoscere che il razzismo snob dell’Italia bene è l’altra faccia della medaglia del lerciume di FdI. I due fenomeni vanno insieme. Sono intimamente legati.
Ma va detta anche un’altra cosa. Con una sinistra popolare in grado di occuparsi dei problemi materiali e culturali delle classi che hanno pagato il prezzo della globalizzazione e del neoliberismo di Monti, Draghi, Letta e compagni, con una sinistra ispirata non al pensiero post ideologico di Renzi e Calenda, ma alla tradizione socialcomunista, Fratelli d’Italia sarebbe un partito elettoralmente irrilevante.