Nemmeno durante la Guerra Fredda gli Usa avevano inserito l’Unione sovietica nella lista degli stati “terroristi”. Ora la svolta verso la Russia di Putin.

Di Francesco Erspamer*

Gli Usa vogliono inserire la Russia tra gli stati “terroristi”

Come mai durante la Guerra Fredda gli Stati Uniti non pensarono di condannare l’Unione Sovietica come stato terrorista, neppure ai tempi del falco Nixon, mentre il governo piddino e politicamente corretto di Biden e Pelosi si accinge a condannare la Russia? Per tre motivi.

Primo, la sconfitta dell’URSS ha sviluppato negli americani un senso di onnipotenza (vincere è un segno della Grazia divina, tipica dottrina calvinista) mentre gli altri paesi occidentali sono diventate loro colonie, non solo politicamente (lo erano già) ma culturalmente; l’Italia soprattutto, basta fare caso al linguaggio della sua classe dirigente e intellettuale (in senso esteso), infarcito di inutili anglicismi; o alle mode dei giovani, tutte importate da oltre Oceano.

Secondo, il neocapitalismo sa benissimo di essere alla frutta ed è dunque disposto a rischiare molto: il suo consumismo dissennato, di prodotti ma anche di idee, è insostenibile e porterà a breve a disastri ambientali e sociali di proporzioni gigantesche; i ricchi e le loro multinazionali stanno dunque cinicamente raschiando il fondo del barile per arrivare alla catastrofe nelle condizioni più vantaggiose e possibilmente sopravviverle, a differenza dei miliardi di imbelli che troppo tardi si accorgeranno di avere acconsentito al loro proprio genocidio in cambio di un po’ di intrattenimento di bassissima qualità e altra pornografia.

Terzo, non è mai esistita nella Storia una generazione così individualista ed edonista, dunque incapace di pensare in termini di bene comune e tanto meno di responsabilità collettive e future, solo di successo materiale immediato e di visibilità mediatica; ovvio che chiunque sia percepito come una minaccia a esistenze felici perché spensierate (letteralmente: vuote di pensiero) sia terrorizzante e di conseguenza un terrorista.

Francesco Erspamer è professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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