Pretendono, pongono veti, dettano la linea politica, mancano di umiltà, sono autoreferenziali, si sentono indispensabili, ma sono solo Generali senza truppe 

I partiti più piccoli pur non avendo un ampio consenso elettorale a volte riescono ad essere determinanti nella formazione delle maggioranze parlamentari. Succedeva nella Prima Repubblica e continua a ripetersi nella Seconda con la differenza che allora il sistema elettorale era quello proporzionale e per governare occorreva avere una maggioranza effettiva nel Paese.
La quota di maggioritario (37%) prevista dal Rosatellum ha aumentato notevolmente il potere di condizionamento delle piccole formazioni politiche e le maggioranze che si formano in Parlamento spesso non corrispondono a quelle del Paese. La necessità di coalizzarsi non è più programmatica o ideale, ma è elettorale.

Il trasformismo ed i cambi di ‘casacca’ oltre ad essere poco etici sono inevitabili.

La legge voluta dal governo di Matteo Renzi riesce a riprodurre contemporaneamente gli aspetti più negativi del sistema proporzionale e di quello maggioritario. Non garantisce la governabilità e non consente ai partiti, sia grandi che piccoli, di essere autonomi. Tutte le formazioni politiche sono ‘costrette’ al compromesso prima delle elezioni, ma possono far saltare tutto subito dopo.

I generali senza truppe si moltiplicano, soprattutto nello schieramento di Centrosinistra. Il loro potere di contrattazione a volte è superiore alla loro forza elettorale. Il partito di Carlo Calenda, Azione, è l’esempio più evidente di questa tendenza.

Rappresenta un numero piuttosto limitato di cittadini, non ha un apparato adeguato per la formazione delle liste, eppure ha dimostrato di avere un potere di negoziazione elevatissimo. Nella trattativa con il Pd l’ex ministro dello sviluppo Economico ha imposto il numero dei seggi da garantire ai suoi candidati, ha messo veti e pretendeva di stabilire la linea politica a tutto il Centrosinistra come se fosse il leader.

Il passo indietro delle ultime ore è emblematico. Gli accordi si fondano sui compromessi, non possono essere frutto di imposizioni e veti. Ora, Enrico Letta può rimediare al suo errore inziale, quello di aver escluso il M5s e l’Unione popolare di Luigi de Magistris da ogni possibile accordo elettorale.

Rimanere inerti e andare al voto divisi è da irresponsabili.

Se si è umili si può, anzi si deve fare se non si vuole consegnare il Paese alle Destre.

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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