Il leader de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon, è intervenuto in maniera netta sulla recente crisi di Taiwan generata dalla visita della Presidente della Camera dei rappresentanti USA Nancy Pelosi, ribadendo in più occasioni il suo sostegno alla politica di “una sola Cina”.
L’ex candidato alla presidenza francese, in un post sui social, ha definito la visita della Pelosi “provocatoria”, e riferendosi alle successive tappe del tour ha sottolineato “l’accoglienza estremamente fredda che la stessa speaker statunitense ha poi ricevuto a Tokyo e Seoul”.
Le posizioni del leader della sinistra francese su Taiwan gli sono valse il ringraziamento, via Twitter, dell’ambasciata cinese a Parigi.
“I cinesi risolveranno il problema fra loro. Non vi è altra via d’uscita possibile“, aveva detto Mélenchon pochi giorni fa suscitando la reazione indignata della politica francese. Uno sdegno, quello delle principali forze di centro e della destra d’oltralpe, che ha lasciato sbigottito il leader della sinistra:
“Che tipo di paura regna sul dibattito?”, è stata la domanda posta da Mélenchon all’indomani delle polemiche sulle sue parole. “Io ho solo ripetuto la dottrina costante del nostro Paese (la Francia, ricordiamolo) riguardo alla Cina dal 1965. C’è una sola Cina“, ha ricordato.
Una linea “regolata anche dagli accordi internazionali accettati dal nostro Paese e dai membri dell’Onu”, e che “Cina e Usa si impegnano a rispettare reciprocamente”. Mélenchon ha infine preso di mira il presidente francese Emmanuel Macron per non aver perseguito una politica internazionale di “non allineamento” di Parigi.
“Indipendentemente dall’entità e dal livello delle critiche che possono essere rivolte al governo cinese, dobbiamo rifiutarci di approvare la guerra alla Cina per soddisfare le opinioni degli Stati Uniti su Taiwan“, ha concluso.