Fabio Marcelli
La situazione esistente a livello internazionale e interno richiede con forza di mettere in campo una forza alternativa che sappia indicare al popolo italiano una prospettiva diversa da quella indicata dal capitale e dalla NATO che fatalmente ci condanna tutti a una vita breve e fatta di crescenti sofferenze.
Il terreno elettorale, in tale ottica, è importante, anche se probabilmente non decisivo, specie alla luce della costante svalutazione delle istituzioni parlamentari.
Si tratta di un cammino estremamente arduo per varie ragioni, legate sia a meccanismi elettorali fortemente antidemocratici, il pessimo Rosatellum, sia al plumbeo controllo dei media da parte del capitale, che ovviamente pretende la mortificazione di qualsiasi reale esigenza democratica e popolare.
E tuttavia occorre provare a percorrere tale cammino, tentando di iniziare un’inversione di tendenza, col ritorno di una sinistra degna di questo nome in Parlamento, a quattordici anni dall’espulsione ignominiosa di Rifondazione Comunista che, unita ad altri segmenti di ceto politico nella fumosa coalizione della cosiddetta Sinistra Arcobaleno, non riuscì a raggiungere il quorum, pagando in tal modo il proprio sostegno al governo Prodi.
Da allora si sono succeduti innumerevoli tentativi, ma nessuno di essi ha avuto successo, mentre alcuni personaggi si sono opportunisticamente abbarbicati al PD, ottenendo in cambio qualche seggio qui e là.
Rispetto a tali tentativi quello attuale registra qualche fattore positivo in più, come la convergenza tra forze politiche come Rifondazione Comunista e Potere al Popolo e la presenza di un leader carismatico e sperimentato come Luigi De Magistris che, colle sue esperienze di successo a Napoli e in Calabria, ha dimostrato notevole capacità di attrazione nei confronti di settori popolari non marginali ma al contrario molto consistenti.
Anche le liste sono espressione di una serie di avanguardie politiche diffuse, latrici di domande insoddisfatte dal sistema e dotate a volte di requisiti di cultura e professionalità. Voglio qui ricordare in particolare Michela Arricale, candidata al Senato a Roma e copresidente, col sottoscritto, del Centro di Ricerca ed Elaborazione per la Democrazia (CRED), avvocata impegnata nelle lotte contro la guerra, per i diritti di lavoratori e migranti, e anche, sul piano internazionale, con le missioni in sostegno alla democrazia bolivariana in Venezuela e agli avvocati turchi repressi e incarcerati da Erdogan.
Occorre spendere ogni energia e non lasciare nulla d’intentato affinché l’Italia migliore, quella delle donne, dei giovani e degli operai oppressi, umiliati e frustrati da un ceto politico che è poco definire osceno, possa avere una sua rappresentanza parlamentare dopo anni e anni di buio totale.
È peraltro estremamente chiara l’agenda a cui attenersi. Stop all’economia di guerra, uscita dalla NATO, normalizzazione dei rapporti colla Russia, sostegno ai movimenti di liberazione in Palestina, Sahara Occidentale, Kurdistan e altrove, impegno per il superamento dell’attuale obsoleto e nocivo assetto occidenticentrico del mondo per dar vita all’indispensabile e urgente governo multipolare del pianeta, rapporti sempre più stretti con l’America Latina avviata oramai irrevocabilmente sulla strada dell’integrazione continentale auspicata da Bolivar e Martì. Approfondita messa in discussione dell’Europa delle lobby, del capitale e della NATO ed esaltazione della vocazione mediterranea del nostro Paese, anche nel contesto di una gestione democratica e inclusiva degli inevitabili fenomeni migratori. Attuazione di un piano di rilancio dell’Italia, indissolubilmente basato su obiettivi di qualità sociale e ambientale, per cacciare via le lobby fossili che ci stanno soffocando e abbrustolendo. Difesa incondizionata dei diritti di lavoratori e lavoratrici per dare finalmente sostanza corporea e materiale alla Costituzione italiana della Repubblica fondata sul lavoro.
Queste e molte altre sono già da tempo le battaglie dei settori impegnati oggi nella sfida di Unione Popolare. Si tratta di obiettivi che sono condivisi da milioni di persone nel nostro Paese e sarebbe davvero un crimine rinunciare a portarli avanti, anche in un contesto infido e ostile come quello dell’imminente campagna elettorale.
Impegniamoci quindi tutte e tutti, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, a partire dalla raccolta delle firme in corso, per dare vita al sogno irrinunciabile di una sinistra, espressione delle migliori tradizioni del popolo italiano, dalla Resistenza antifascista alle lotte operaie degli Anni Settanta, che non si rassegna alla tristissima realtà incarnata oggi da Letta e da Calenda, da Salvini e da Meloni.
Ma attenzione, questa sfida non riguarda solo le imminenti elezioni. Quale che sia, anche e soprattutto dal punto di vista specifico di Unione Popolare, l’esito di tali elezioni, è infatti irrevocabilmente gettato il guanto per una comunità politica alternativa, espressione di esigenze insopprimibili di un’umanità che non si rassegna al capitalismo e alla guerra e vuole vivere ed operare in modo aperto, democratico e inclusivo, senza padroni e senza padri padroni
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