Le Isole Cook sono un arcipelago dipendente dalla Nuova Zelanda, che gode però di un’ampia autonomia.
Situato nell’Oceano Pacifico, l’arcipelago delle Isole Cook è costituito da quindici isole ed è abitato da poco meno di diciottomila persone. Kūki ‘Āirani, come vengono chiamate le isole in lingua māori, sono una democrazia parlamentare in libera associazione con la Nuova Zelanda, ma l’arcipelago è dotato di un autogoverno con la possibilità di divenire del tutto indipendente in qualsiasi momento attraverso un atto unilaterale.
Dall’approvazione della Costituzione e dall’instaurazione del governo autonomo nel 1965, la vita politica dell’arcipelago è stata dominata da due forze politiche, il Cook Islands Party, considerato come un partito nazionalista māori, e il Democratic Party, che si autodefinisce come un partito social-liberale. Tuttavia, dalla vittoria ottenuta alle elezioni del 2010, il Cook Islands Party non ha più lasciato le redini del governo, sotto la guida di Henry Puna (2010-2020), e successivamente di Mark Brown.
L’attuale primo ministro, Mark Brown, è entrato in carica in seguito alle dimissioni di Puna, quando questi ha deciso di concorrere per il ruolo di segretario generale del Forum delle Isole del Pacifico, un’organizzazione internazionale alla quale partecipano 18 Stati e territori autonomi dell’Oceania. Puna venne eletto in questo ruolo, mentre Brown, che precedentemente era il suo vice premier, ha assunto le redini del governo delle Isole Cook.
Le elezioni del 1° agosto hanno confermato la supremazia del Cook Islands Party, che ha ottenuto dodici dei ventiquattro seggi che compongono il parlamento dell’arcipelago, situato sull’isola di Rarotonga, che ospita il capoluogo Avarua. Il Democatic Party, invece, ha visto la sua rappresentanza passare da undici a cinque seggi, mentre per la prima volta è entrato in parlamento il Cook Islands United Party, fondato nel 2018 con l’obiettivo di diventare il terzo incomodo della politica locale, che ha eletto tre deputati. Ai deputati dei tre partiti, si aggiungono infine tre parlamentari indipendenti.
Con dodici seggi su ventiquattro, il Cook Islands Party aveva bisogno di trovare solamente un voto in più per mantenere il governo. Nelle ore successive, Brown ha affermato di aver trovato un accordo con due deputati indipendenti che già avevano sostenuto il precedente governo. L’11 agosto, Brown ha ufficialmente ottenuto un nuovo mandato come primo ministro dell’arcipelago, nonostante lo United Party abbia chiesto il riconteggio delle schede in alcuni collegi elettorali.
In concomitanza con le elezioni si è tenuto anche il referendum per la legalizzazione della cannabis per scopi medici. Secondo i dati pubblicati, il 62% ha votato favorevolmente. Sebbene non si trattasse di un referendum vincolante, il primo ministro Mike Brown si è detto intenzionato a rispettare il responso degli elettori.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog