Alessandro Orsini: “In caso di guerra tra Cina e Taiwan avrebbe inizio la caccia alla “spia cinese”, cioè allo sciginpiniano nei talk-show, nei quali si potrebbe dire soltanto che esiste un aggredito e un aggressore”.
Orsini: E se la Cina attaccasse Taiwan?
Con il riacutizzarsi della tensione tra la Cina e Taiwan, innescata dalla visita a Taipei della speaker della camera Usa Nancy Pelosi, il saggista e studioso di terrorismo internazionale Alessandro Orsini noto per le sue posizioni considerate filorusse dal mainstream, torna a polemizzare sullo stato dell’informazione italiana, pubblicando sulla sua pagina social un post ferocemente sarcastico.
Se la Cina attaccasse Taiwan?
I principali quotidiani italiani imporrebbero a tutti di condannare l’invasione cinese mille volte al giorno come presupposto per aprire la bocca.
Se a qualcuno rimanesse un minuto di tempo per riflettere sulle cause dell’invasione cinese, verrebbe accusato di essere uno “sciginpiniano”, dal nome del presidente cinese Xi Jinping.
Poi avrebbe inizio la caccia alla “spia cinese”, cioè allo sciginpiniano nei talk-show, nei quali si potrebbe dire soltanto che esiste un aggredito e un aggressore; che l’Occidente è una civiltà iper-pacifica e che la Nato è un’alleanza difensiva che non ha mai sparato un solo proiettile in tutta la sua storia.
Maurizio Gasparri inizierebbe a sparare insulti a destra e a manca, e Furio Colombo cercherebbe un nuovo quotidiano da cui dimettersi.
Infine, si svilupperebbe la narrazione che la Cina vuole invadere l’Europa.
Ah dimenticavo: qualcuno chiederebbe di chiudere Carta Bianca.
P.S. Il pilastro della società libera sono le l’Università e non le commissioni di vigilanza.
Le commissioni di vigilanza sono il pilastro di un altro tipo di società.