Inizio di campagna elettorale “col botto” per Lula in Brasile.
Al primo comizio dell’ex presidente socialista e candidato del Partito dei Lavoratori (PT) alla presidenza del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, c’erano oltre 100.000 sostenitori nella città di Belo Horizonte, Minas Gerais.
“Una delle priorità della nostra amministrazione sarà la ripresa delle politiche sociali al fine di migliorare le condizioni di vita della popolazione più vulnerabile.
Questa non è un’elezione come le altre, questa è una disputa tra democrazia e fascismo. Quello di cui stiamo discutendo qui è se i nostri figli e nipoti avranno l’opportunità di lavorare.
Drante il mio mandato presidenziale, dal 2003 al 2011, questo Paese è stato la sesta potenza più grande del mondo. Ecco perché tornerò.
Siamo già riusciti a fare in modo che la figlia della cameriera diventasse medico. Siamo già riusciti ad otterere che il figlio di un muratore si laureasse ingegnere. Siamo già riusciti a raggiungere che il figlio di un lavoratore di un cimitero potesse diventare diplomatico”.
Secondo il membro della Direzione Nazionale del Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra (MST), Sílvio Netto, “con la campagna di Lula cambia la vita quotidiana del popolo brasiliano e del Minas Gerais. Vogliamo superare e sconfiggere il neoliberismo e neofascismo (… ) Abbiamo un’opportunità storica per farcela”.
Secondo i più recenti sondaggi Datafolha, il leader del PT ha tra il 47 e il 51% delle intenzioni di voto contro l’attuale presidente di ultra destra filo USA Jair Bolsonaro, che ha tra il 32 ed il 35% dell’elettorato a favore.
Quest’ultimo, ha visto condannare la sua ex ministra della famiglia dal Tribunale Supremo Elettorale per la pubblicazione di 4 video fake news contro Lula nei quali si diceva che la dirigenza del Partito dei Lavoratori (PT) incoraggiava l’uso di droghe, principalmente crack, tra i giovani attraverso la creazione di opuscoli.
La condanna è stata comunque troppo leggera poiché, oltre ad essere arrivata ben 14 giorni dopo la pubblicazione dei video, si è limitata ad una richiesta di ritiro dai social, senza ulteriori sanzioni.
Sorte analoga per Feliciano, deputato della destra di Bolsonaro e pastore evangelico con un enorme seguito sulle reti sociali denunciato al Tribunale di Brasilia dagli avvocati di Lula.
La bugia da lui più ripetuta (smentita più volte) è che, se Lula dovesse diventare presidente, chiuderebbe le chiese evangeliche.
Il PT ha smentito queste affermazioni ricordando che, durante il suo governo, Lula ha approvato la legge sulla libertà religiosa, ha istituito la Giornata nazionale della marcia per Gesù e ha creato la Giornata nazionale dell’evangelico.
“La tattica di Feliciano è offuscare, con l’utilizzo di falsità, l’onore e l’immagine di Lula di fronte ai milioni di elettori evangelici e costruire una narrazione secondo cui il Partito dei Lavoratori rappresenterebbe una minaccia per la comunità evangelica” hanno dichiarato i portavoce del PT attraverso un comunicato.
Nel link il video con panoramica dall’alto dell’evento: