Cristina Quintavalla 

La dichiarazione di Meloni, secondo cui “il fascismo va riconsegnato alla storia” è stata letta da opinionisti, non inclini alle sottigliezze dialettiche, come una presa di distanza dal fascismo.

Meloni ha detto sostanzialmente che il fascismo appartiene al passato, un’ovvietà di cui non metterebbe conto parlare.

Chi non sarebbe d’accordo? Un secolo ci separa dal ventennio fascista, che affondava non a caso le sue radici in eventi precisi – la grande guerra, la crisi post-bellica, l’ascesa delle classi subalterne e dei loro partiti- ma soprattutto la Resistenza e la Costituzione hanno segnato rispetto ad esso un punto di cesura fortissimo.

Il meloni-pensiero è uno e bino: da un lato condanna le leggi anti-ebraiche e la mancanza di democrazia sotto la dittatura fascista, dall’altra in Spagna alla kermesse elettorale di VOX ha rispolverato il peggior programma fascista di ogni tempo: conservatorismo, razzismo, xenofobia, patriarcato, misoginia, antifemminismo, clericalismo, militarismo, identitarismo.

Sì alla famiglia naturale, No alle lobby LGBT, sì alla identità sessuale, no alle ideologie di genere, sì alla cultura della vita, no alla promozione della morte, sì alla universalità della croce, no alla violenza islamista, sì ai confini sicuri, no alla immigrazione di massa, sì al lavoro dei nostri concittadini, no alla grande finanza internazionale, no ai burocrati di Bruxelles, sì alla nostra civiltà, e no a coloro che vogliono distruggerla….”: la quintessenza del pensiero più violento del Novecento. Rigurgiti fascisti, pescati dall’armamentario ideologico persino franchista.

Lo Stato riconosce e protegge la famiglia come istituzione naturale e fondamento della società, con diritti e doveri precedenti e superiori a qualsiasi legge umana positiva”; ” La Falange riconosce la integrità della famiglia come unità sociale”; ”Tutti gli spagnoli hanno diritto al lavoro”;”Lo Stato faciliterà a tutti gli spagnoli l’accesso alle forme di proprietà più intimamente legate alla persona umana”; “La professione e la pratica della religione cattolica, che è la religione dello Stato spagnolo, godranno della protezione ufficiale”(Fuero degli spagnoli, 1945); “La Spagna ha sempre risposto con il sì cattolico. L’interpretazione cattolica della vita è, innanzitutto, quella vera…Per il suo sentimento di cattolicità e di universalità la Spagna strappò alla barbarie continenti sconosciuti (Punti fondamentali della Falange spagnola, 7 dicembre 1933)”. E taceremo di tutto il resto.

Chi ha scritto che quello di Meloni non è più un modello fascista, ma di una destra conservatrice più o meno moderna non mette in conto che in questo aberrante rigurgito di proposizioni franchiste-fasciste viene messa al bando qualsiasi scelta di vita, di orientamento, di pensiero diversa rispetto a quella stabilita da uno Stato.

Meloni non rivendica il diritto di avere opinioni diverse sulla religione, la famiglia, la patria, ma un sistema di governo che imponga e riconosca la universalità di quelle idee (“l’universalità della croce”).

E’ un’idea di stato a venire imposta.

Naturalmente non l’idea di stato, seppur solo astratta, derivante da un contratto tra gli individui, che ne riconosca le libertà fondamentali, non invada la sfera privata e sia tollerante nei confronti delle più diverse opzioni, qualora esse non violino la legge.

Per attuare quel farneticante programma, che presume il valore universale di quelle idee, occorrerebbe un altro tipo di stato, quello appunto che dovrebbe indicare agli individui i loro doveri personali- morali, sessuali, affettivi, religiosi, politici – e vigilare affinchè tutti, bon gré mal gré, vi corrispondano. Ancora la Falange: ”A nessuno sarà permesso di usare la propria libertà, contro l’unità, la forza e la libertà della patria”( I 25 principi della Falange, 1934)

I filosofi lo hanno definito stato etico, ma queste sono finezze estranee alla nostra Giorgia, anche se teorizzate dal suo stesso correligionario, Giovanni Gentile: “Il fascismo non è soltanto datore di leggi e fondatore di istituti, ma educatore e promotore di vita spirituale. Vuol rifare non le forme della vita umane, ma il contenuto, l’uomo, il carattere, la fede” (La dottrina del fascismo, 1932)

Meloni ripropone anche un modello istituzionale fascista tout court?

Certo che no, troppa acqua è passata sotto i ponti. Si adatta alle mutate condizioni. Propone un conservatorismo spinto, retrogrado e reazionario, filo-capitalista, filo-atlantista, militarista, bellicista, dentro uno stato sedicente liberale, in realtà sempre più illiberale, con una logora tinteggiatura pseudo-democratica. Ammicca ai potenti, ai portatori di interessi, porta loro in dote la flat-tax, l’orrore per patrimoniali e tasse progressive, per salario minimo e per reddito di cittadinanza.

Gli storici del fascismo già in riferimento al programma sociale delle origini e del PRF avevano parlato di “ambiguità delle formule”; insomma attraverso “un dire e non dire” Mussolini era riuscito ad acquisire il consenso di larghe masse impoverite, emarginate, abbandonate e di governare nella sostanza contro di esse.

E’ il camaleontismo politico di chi sta dalla parte delle classi dominanti, di chi vuole ribadire la catena” per i poveracci, coprendola di fiori.

Meloni “dice e non dice”, copre e non copre, in un gioco ammiccante che punta a intercettare la questione sociale nel paese attraverso l’indicazione delle cause dell’attuale degrado: gli immigrati, gli islamici, che sono terroristi, i gay che non si riproducono e pretendono di avere figli e famiglia, le femministe, che sovvertono l’ordine naturale delle cose, le donne che abortiscono e sono contro le identità di genere, coloro che non sottostanno alla “universalità della croce”.

Pur lontano di un secolo, ripropone un modello, con un suo orizzonte valoriale e di riferimento, fondato su un’ideologia elitaria: l’èlite della civiltà e della razza più alta, della religione universale, della famiglia naturale. E’ l’èlite rabbiosa, furiosa e violenta nei confronti di coloro che sono diversi, la pensano in modo diverso, si battono per una diversa società.

L’ha detto molto bene Calvino: “i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo“.

Allora? Meloni è una e bina, una diversamente fascista

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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