Il candidato presidenziale socialista brasiliano Lula da Silva ha detto che se sarà eletto presidente, il Brasile tornerà a una politica estera “attiva e a testa alta” con un tono diverso da quella attuale nei riguardi degli Stati Uniti.
In un discorso pronunciato ieri a San Paolo, Lula, che ha governato il Brasile dal 2003 al 2010 ed è in testa alla lista dei favoriti per vincere le prossime elezioni presidenziali nel paese sudamericano, ha criticato il modo in cui il governo di ultra destra di Jair Bolsonaro si è relazionato con gli Stati Uniti: “a nessuno piacere leccare gli stivali altrui”, ha sottolineato.
“Ciò che mi rende molto orgoglioso è che, durante i miei governi, la nostra politica estera non ci ha mai visto parlare duro con la Bolivia, l’Uruguay, o con qualsiasi altro piccolo Paese e allo stesso tempo non ci ha mai visto parlare a testa bassa con gli Stati Uniti.
Attualmente una parte dei leader politici ed economici brasiliani ama essere subordinata, ama svolgere il ruolo di sottomessi, ma dire “signorsì” quando potrebbe dire “no” con la stessa forza.
Ma non c’è politica pubblica attiva e a testa alta, se non si ha un governo attivo e a testa alta.
Durante i nostri governi abbiamo instaurato un proficuo rapporto con gli Stati Uniti, con l’Unione Europea, con la Cina, con i fratelli dei paesi africani e con i nostri vicini dell’America Latina.
È necessaria una maggiore partecipazione al Consiglio delle Nazioni Unite per una nuova governance mondiale basata sulla multipolarità e contro l’egemonismo in cui vengono affrontate questioni come la disuguaglianza, la fame e il cambiamento climatico.
In qualche momento del passato il Brasile ha fatto cose buone ma aveva una certa timidezza. Con l’arrivo dei nostri governi è il popolo brasiliano ad essere stato eletto, ha preso autostima e questo ci ha permesso di fare una politica estera, senza paura di essere chiamati presuntuosi, senza aver paura di essere orgogliosi.
Eravamo capaci di rifiutare un accordo se non era anche nel nostro interesse e, allo stesso tempo, di poter incontrare paesi di tutto il mondo, compresi latinoamericani e africani. È stata una politica audace, senza paura di nessuno.
Gli investimenti esteri per lo sviluppo del Paese sono importanti ed è fondamentale girare per il mondo per attirare investitori stranieri, per realizzare nuovi progetti.
Il mio impegno è di restituire in via prioritaria i livelli di benessere sociale raggiunti durante i nostri precedenti mandati in termini di istruzione e lotta alla fame.
La conservazione della foresta pluviale amazzonica è una priorità assoluta, è altresì necessario creare un’alleanza regionale con i paesi vicini per prendersi cura del polmone del pianeta (il bacino amazzonico si estende su 8 paesi).
Fonderemo un Ministero dei Popoli Originari e verranno riattivate le misure e le istituzioni create per far fronte alla deforestazione e che sono state smantellate dall’attuale amministrazione Bolsonaro”.
Nel frattempo, mentre il presidente Bolsonaro concentra il suo discorso elettorale su questioni come famiglia, valori, religione e armi, cercando di aumentare la sua popolarità decimato dalle accuse di cattiva gestione della pandemia di COVID-19 e da casi di corruzione, l’ultimo sondaggio di Datafolha, pubblicato giovedì scorso, mostra che Lula resta il favorito per la vittoria delle prossime elezioni presidenziali, con il 47% delle intenzioni di voto, mentre Bolsonaro ha il 32% dei voti validi.
Se Lula dovesse mantenere un vantaggio superiore ai 10 punti percentuali si aggiudicherebbe la vittoria al primo turno secondo la legge brasiliana.
Il discorso è avvenuto alla presentazione del libro “Brasile nel mondo: 8 anni di Governo Lula”, con fotografie di Ricardo Stuckert accessibile gratuitamente su internet.
Il candidato del Partito dei Lavoratori (PT) ha spiegato che l’idea fondamentale del lancio del libro fotografico è quella di mettere in guardia dall’impoverimento della politica estera in Brasile, Paese che è stato rispettato durante il suo mandato.
Il video completo nel link,