I due Paesi sudamericani hanno annunciato il ripristino delle relazioni bilaterali, più di tre anni dopo la rottura a causa delle ingerenze colombiane in Venezuela.
La Colombia e il Venezuela sono due Paesi che condividono forti legami storici, al punto da essere stati parte dello stesso Stato, la Gran Colombia, sotto la leadership di Simón Bolívar. Anche dopo la fine dell’esperimento unionista, la Colombia e il Venezuela hanno mantenuto strette relazioni, nonostante alcune dispute territoriali nella prima metà del ‘900.
Le strade dei due Paesi si sono però fortemente separate dopo l’inizio della Rivoluzione Bolivariana in Venezuela, con la Colombia che ha acquisito sempre più il ruolo di avamposto dell’imperialismo nordamericano nella regione. La situazione è precipitata dopo il tentato golpe di Juan Guaidó, con il governo colombiano che ha riconosciuto quest’ultimo come presidente del Venezuela ed ha sostenuto i piani per sovvertire l’ordine costituito nel Paese confinante.
La recente elezione di Gustavo Petro alla presidenza della Colombia ha segnato la fine della crisi diplomatica tra i due governi. Il nuovo leader colombiano ha immediatamente espresso l’intenzione di ristabilire le normali relazioni diplomatiche con Caracas, fatto divenuto ufficiale il 28 agosto, con l’arrivo dei rispettivi ambasciatori nelle capitali. Félix Plasencia, ex ministro degli Esteri e nuovo ambasciatore venezuelano a Bogotá, ha sottolineato che “siamo molto ansiosi di avanzare nella diplomazia della pace, in questa seconda opportunità che ci offre la storia del riavvio delle relazioni diplomatiche tra due nazioni sorelle“. Da parte sua, l’omologo colombiano Armando Benedetti al suo arrivo a Caracas ha detto che “i rapporti con il Venezuela non avrebbero mai dovuto interrompersi. Siamo fratelli e non può separarci una linea immaginaria, tanto meno una politica pubblica dello Stato, come è successo con il presidente Iván Duque”.
Allo stesso modo, l’attuale ministro degli Esteri venezuelano Carlos Faría, ricevendo Benedetti, ha dichiarato: “Diamo il benvenuto con entusiasmo all’Ambasciatore della Colombia nel nostro Paese, Armando Benedetti, fiduciosi e pieni di speranza che questo sarà un nuovo inizio per approfondire i legami di fratellanza e cooperazione tra nostri popoli e avanzare così insieme verso il futuro“.
Il ripristino delle relazioni diplomatiche porterà anche forti benefici dal punto di vista economico. I due governi sperano di raddoppiare o triplicare il valore degli scambi commerciali bilaterali già quest’anno, rispetto ad una cifra che nel 2021 era stata di appena 400 milioni di dollari (decisamente poco per due Paesi confinanti che nel complesso contano circa 80 milioni di abitanti).
Il presidente colombiano Gustavo Petro ha ricevuto Plasencia presso la sua residenza alla Casa de Nariño: “Abbiamo commesso un errore enorme: rompere proprio il rapporto con il prossimo, a prescindere dai regimi politici, dai processi politici che ogni società segue. Un rapporto tra vicini non deve mai essere interrotto”, ha sottolineato il capo dello Stato. Petro ha fatto riferimento alle conseguenze negative che la rottura dei rapporti diplomatici ha portato alle persone residenti nei territori di confine, molte delle quali unite da legami di sangue: “Dobbiamo riparare i danni alle case e dobbiamo riparare i danni ai cuori, che è il primo in modo affinché non venga mai in mente a nessuno che tra Venezuela e Colombia ci possa essere un conflitto, una guerra e cose del genere“.
Anche Nicolás Maduro ha ricevuto il nuovo ambasciatore colombiano Benedetti (foto). Attraverso il social network Twitter, il presidente venezuelano ha sottolineato che “il piacevole e fraterno incontro con Armando Benedetti, nuovo ambasciatore della nostra sorella Colombia, è l’inizio di una fase di relazioni diplomatiche di fratellanza, pace e rispetto“.
Maduro ha anche annunciato la sua intenzione di proporre a Petro l’istituzione di una zona economica, commerciale e produttiva binazionale tra le regioni confinanti di Norte de Santander (Colombia) e Táchira (Venezuela). Il capo di Stato venezuelano ha affermato che questa proposta comprenderebbe una “zona binazionale di sviluppo economico, commerciale e produttivo”, e ha aggiunto che “apriremo commercialmente tutti i confini con la Colombia e ci stiamo preparando affinché il piano sia solido e senza perturbazioni”.
“Sarebbe un’area economica di prova che potremmo replicare in altre aree“, ha insistito il dignitario, che ha esortato imprenditori e produttori nazionali a rafforzare l’offerta di esportazione che il Venezuela presenterà al nuovo governo colombiano.
Il presidente Nicolás Maduro ha ancora affermato che il Venezuela ha trovato la sua strada verso un nuovo modello economico, “dopo aver affrontato le conseguenze più dure di queste sanzioni criminali contro il nostro Paese, oggi possiamo dire: il Venezuela ha trovato la sua strada per crescere, ha trovato la strada per un nuovo modello economico”. Allo stesso tempo, il capo dello Stato ha sostenuto che questo nuovo modello economico deve basarsi su un’economia produttiva che “produce abbondante ricchezza e prosperità per l’intero Paese” e beni e servizi che soddisfino i bisogni e la domanda interna.
“Le oltre 500 sanzioni economiche adottate dagli Stati Uniti contro l’apparato economico del Venezuela, contro la popolazione venezuelana, hanno scosso nel profondo il corpo economico e il corpo sociale della Repubblica“, ha aggiunto Maduro. A causa delle sanzioni illegali imposte da Washington, il Venezuela ha passato 14 mesi consecutivi senza ricevere non un solo dollaro dalle entrate petrolifere. Uno degli obiettivi del governo venezuelano è appunto quello della differenziazione economica, per evitare che il Paese sia eccessivamente dipendente dalle esportazioni di petrolio. Il presidente Maduro ha infatti insistito sul fatto che l’economia non dipendente dal petrolio deve essere basata sull’integrazione, sulla produttività, con motori potenti e componenti scientifiche e tecnologiche di alto livello.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog