La Destra essendo meno ideologica della Sinistra si coalizza sugli interessi e non sui principi, questo facilità le alleanze elettorali, ma non è vero che è maggioranza nel Paese
L’Italia è per i leader della Destra un Paese moderato o conservatore. A forza di ripeterlo ci credono veramente. Questa è una convinzione che non ha una base reale. Ribadirlo spesso lo rende quasi una certezza per l’opinione pubblica più ingenua e meno acculturata. Lo scopo è quello di convincere gli indecisi, soprattutto quelli che vanno a votare solo se ne possono trarre un tornaconto personale.
Ma cosa c’è di vero? Nulla.
Cosa vuol dire essere di sinistra o di destra, moderati o progressisti, radicali o liberali? Per gli economisti la discriminante principale tra le due ideologie è il ruolo dello Stato. Oggi è evidente che l’ente pubblico è funzionale anche per affrontare e risolvere le inefficienze del sistema economico.
Negli Usa, una delle più grandi aziende private, la Chrysler, è stata salvata dagli aiuti di Stato concessi dall’allora presidente Barak Obama. La Fiat oggi Fca deve il suo sviluppo e spesso il suo salvataggio agli aiuti dello Stato italiano. Incentivi alle vendite, cassa integrazione, agevolazioni creditizie e fiscali, fornitura di mezzi alle Forze dell’ordine, ect.. Ed ancora. Mediaset senza i decreti fatti dal Pentapartito negli anni Ottanta non esisterebbe. Poi gli aiuti ad Alitalia, oggi Ita, al Monte dei Paschi, ect… l’elenco è lungo.
Interventi pubblici che hanno favorito l’arricchimento di poche famiglie di industriali ma che, nello stesso tempo, non hanno ridotto le disuguaglianze e le ingiustizie sociali.
Il ruolo dello Stato in economia non è più una discriminante ideologica, forse non lo è mai stata, allora, cosa differisce oggi la Destra dalla Sinistra?
Di certo gli interventi pubblici possono fare la differenza, ma solo se questi incidono sui privilegi. Essere progressisti vuol dire combattere le disuguaglianze, essere moderati vuol dire tutelare gli interessi dei ceti sociali benestanti.
Fino a quando ci saranno i poveri, i precari, i disoccupati, i ricchi esisteranno coloro che si batteranno per ridurre le differenze sociali e coloro che faranno di tutto per mantenerle.
I milionari sono una minoranza, questo è certo, com’è possibile allora che il nostro Paese sia di Destra? La risposta è semplice: non è vero. L’incongruenza è elettorale, non sociale.
Secondo l’ultimo sondaggio pubblicato da La7 il Centrodestra sarebbe al 45,9%, mentre il campo largo del Centrosinistra, formato dai democratici e progressisti di Enrico Letta, sarebbe al 29%, il M5s all’11,6% ed il cosiddetto Terzo polo di Carlo Calenda al 6,8%. Senza considerare i consensi che riuscirà ad ottenere l’Unione popolare di Luigi De Magistris, il campo largo del Centrosinistra potrebbe raggiungere il 40,6% e con il cosiddetto Terzo polo addirittura il 47,6%.
La Destra non è maggioranza in Italia, ma è meno ideologica della Sinistra, si coalizza sugli interessi e non sui principi, questa facilità le alleanze. Inoltre, una parte della popolazione preferisce affidarsi al potente di turno anziché combatterlo.
È una questione culturale o come avrebbero detto Karl Mark, Antonio Gramsci o Enrico Berlinguer di mancanza di consapevolezza della coscienza di classe che purtroppo è lontana dal divenire.
Fonte La7.tv