“Alla fine è accaduto. Un tribunale di arbitrato internazionale (#ISDS) ha ordinato al governo italiano di pagare 250 milioni di euro alla compagnia petrolifera britannica Rockhopper come risarcimento per aver limitato nel 2016 le operazioni di ricerca ed estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia marine. Queste norme avevano interrotto il devastante progetto #OmbrinaMare, vicino alle coste abruzzesi
La Rockhopper ha fatto causa all’Italia utilizzando questo tribunale privato accessibile alle multinazionali grazie al Trattato sulla Carta dell’Energia, che permette agli investitori esteri di aggirare i tribunali ordinari e rivolgersi a corti private di arbitrato commerciale, con processi celebrati a porte chiuse e conflitti di interesse evidenti del collegio giudicante.
Mercoledì scorso è arrivata la sentenza con i tre giudici concordi nell’autorizzare un risarcimento che è circa sei volte superiore a quanto investito dalla compagnia petrolifera nel progetto.
E dire che l’Italia era uscita dal Trattato sulla Carta dell’Energia già nel 2016, ma una clausola assurda consente alle imprese di usarlo come base per ricorsi ISDS contro il nostro paese per altri 20 anni.
E’ chiaro che l’accordo internazionale, così come tutti gli accordi commerciali di questo tipo, è costruito per proteggere i profitti delle imprese private. I tribunali ISDS consentono infatti alle aziende di citare in giudizio i governi se prendono decisioni politiche che potrebbero incidere sui loro profitti, anche soltanto ipotetici. Un chiaro ostacolo per quei paesi che cercano di ridurre le emissioni e comprimere il settore dei combustibili fossili.
Tutti i paesi europei devono unirsi per cancellare questo trattato infame, che blocca la transizione energetica rendendola esageratamente costosa, proprio in un momento in cui le multinazionali fossili si arricchiscono speculando sul prezzo ai danni dei cittadini.
Il meccanismo ISDS va invece abolito per sempre, per restituire ai governi il primato sull’economia e togliere alle imprese uno strumento di repressione e bullismo nei confronti del potere pubblico e di tutt* noi.”
Paolo Ferrero PRC