LE COSE CHE PENSO

Grave errore lasciare alla Lega la contrarietà alle sanzioni! Facciamo come a Praga!

Ormai tutti hanno capito che le sanzioni economiche che l’Europa e l’Italia hanno varato contro la Russia, danneggiano prevalentemente l’Europa stessa e non servono a fermare la guerra.
L’Italia è la più danneggiata perché è il paese più dipendente dalle forniture del gas russo. Sono mesi che ci raccontano che le sanzioni avrebbero portato al collasso l’economia russa e – di conseguenza – la destituzione di Putin e la fine della guerra. Visto che è successo il contrario, onestà intellettuale vorrebbe, da parte di chi da mesi propina questa narrazione, riconoscerne il fallimento. Invece no, nonostante i fallimenti si prosegue a testa bassa in questa direzione. La guerra continua. Non mi pare che in Russia ci sia una rivolta contro Putin. Da noi le difficoltà aumentano e le previsioni per l’inverno non sono per nulla rassicuranti.
Nessuno parla più di fermare le armi. Nessuno si impegna per ricercare di aprire seriamente una trattativa per fermare la guerra. Si parla solo di proseguire l’invio di armi, di varare ulteriori sanzioni. Obiettivi che erano ritenuti assolutamente improponibili all’inizio del conflitto ( la Crimea parte dell’Ucraina), oggi diventano obiettivi imprescindibili. Dimostrando con ciò che non si vuole la pace, ma la prosecuzione della guerra. Tutti hanno capito che questa è la prospettiva del governo USA: proseguire la guerra per far cadere Putin e riportare la Russia ai tempi di Eltsin, cioè territorio da depredare. Ma questo è anche l’interesse dell’Europa? Dell’Italia? Quello che sta accadendo dimostra il contrario. E cioè che l’Europa e l’Italia avrebbero tutto l’interesse ad avere una relazione positiva con la Russia. Mai come in questo passaggio si è vista la mancanza di una politica autonoma dell’Europa. La mancanza di una classe dirigente autonoma, capace di tutelare gli interessi europei, che sono quelli di costruire un mondo multipolare, dove l’Europa potrebbe svolgere un ruolo.
Ormai è evidente che la prospettiva del nostro Paese è segnata da come evolveranno le vicende internazionali, a partire da questa guerra. Purtroppo, in questa campagna elettorale, non si affronta seriamente questa situazione.
Vedere Letta e i suoi alleati ergersi per primi come difensori del mantenimento delle sanzioni, essere i primi a puntare il dito contro chi osa metterle in discussione, spiega, meglio di ogni altra cosa, come questa coalizione non solo non abbia nulla da dire per costruire una prospettiva di sinistra, ma si collochi come il miglior garante (assieme alla Meloni), per la prosecuzione della politica USA e Nato in Europa e nel mondo.
Meno male che qualcosa si muove in una direzione opposta: ieri a Praga 100.000 persone hanno manifestato contro la guerra, ma anche contro la NATO e contro le sanzioni che la alimentano. Occorre farlo anche in Italia con parole semplici: basta invia di armi, apertura di una trattativa, basta sanzioni.

Claudio Grassi

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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