Manifestazione di rifiuto della nuova Costituzione
Francesco Cecchini
In Cile, domenica 4 settembre la nuova Costituzione è stata bocciata massicciamente tramite referendum. Quasi il 62% dei cileni non ha sostenuto il testo che doveva sostituire quello ereditato dalla dittatura di Augusto Pinochet. Il presidente, Gabriel Boric, ha subito annunciato la sua volontà di rilanciare “un nuovo processo costituzionale”. Un primo referendum dell’ottobre 2020 aveva chiaramente chiesto la stesura di un nuovo testo fondamentale (79%) e di vedere cancellata l’ombra di Pinochet e di un laboratorio cileno di ultraliberalismo. Ma il frutto di un anno di lavoro dei 154 membri di un’Assemblea Costituente, eletti nel maggio 2021 per redigere la proposta, ha apparentemente scosso il conservatorismo di gran parte della società cilena.
Sul risultato alle urne significativo è stato il commento di Gustavo Petro, presidente della Colombia: “Ha rivissuto Pinochet!”.
Il leader comunista Guillermo León Teillier del Valle ha affermato: “La lotta continua (…) sarà in condizioni avverse”, chiedendo l’unità dei partiti che hanno sostenuto la nuova costituzione e di mantenere “fermo” sostegno al governo del presidente Boric e al suo programma.