Liz Truss, l’ex ministro degli esteri del Regno Unito, è stata scelta per diventare il successore del dimissionario Boris Johnson. Nella corsa come nuovo leader del partito conservatore (Tory), la Truss ha battuto la concorrenza di Rishi Sunak, ex ministro delle finanze, e si appresta ora ad essere votata alla Camera come nuovo Primo Ministro. 47 anni, laureata ad Oxford, già dipendente di alcune grandi multinazionali come Shell, la Truss è un ex liberal-democratica che fece campagna contro la brexit convertita al conservatorismo più duro, che si traduce in una posizione turbo-liberista in economia e in una linea durissima contro la Russia, al punto che nelle settimane scorse arrivò a paventare l’uso dell’arma atomica. Battuta da campagna elettorale, probabilmente, ma pur sempre detta da un ministro degli Esteri in carica. Nonostante il buon margine con cui ha ottenuto la carica, (57,4% contro il 42,6% di Sunak) la Truss dovrà fare i conti con un partito ampiamente diviso, come dimostra il fatto che sarà il quarto primo ministro tory diverso negli ultimi 6 anni, dopo David Cameron, Theresa May e Johnson, e con una Gran Bretagna che ribolle di rabbia sociale, con la ripresa degli scioperi operai e la protesta contro il caro bollette sfociata nel movimento “Don’t Pay”.
I grattacapi per la Truss, non saranno esclusivamente quelli legati alle logiche interne di partito dato che nel Regno Unito, come nel resto d’Europa, inflazione e aumento del costo della vita stanno generando malcontento tra la popolazione. Dagli anni ’80, non si registrava un tasso d’inflazione superiore al 10%, picco toccato lo scorso agosto, e le somiglianze con quel periodo storico, non finisco qui, dato che, oggi come allora diverse categorie di lavoratori hanno indetto scioperi. Ed ulteriori ondate di proteste sono probabili durante l’autunno. La Brexit aveva già causato un leggero aumento nel prezzo di alcuni generi alimentari, ma il recente aumento dei prezzi dell’energia dovuto alla guerra in Ucraina e alla speculazione che l’ha accompagnata, hanno portato all’esasperazione i sudditi di sua maestà, spingendoli a fondare movimenti per chiedere la riduzione dei prezzi delle bollette. Non a caso uno dei primi provvedimenti che ci si aspetta dalla Truss, sarà un piano per il congelamento dei prezzi dell’energia (inizialmente proposto dal partito laburista all’opposizione), per tentare di arginare quella che, come predicono diversi analisti, potrebbe diventare la peggiore crisi economica degli ultimi 40 anni. Ma la Truss rimane contraria alla tassazione degli extra-profitti delle aziende energetiche («sarebbe contraria al libero mercato») e la sua ricetta per l’economia è la solita del liberismo conservatore: meno tasse per tutti, ma specialmente per ricchi e grandi aziende, da finanziare presumibilmente con una ulteriore ritirata dello stato sociale e nuove privatizzazioni.
Un compito non facile per la Truss, che si troverà a governare il Paese in un momento estremamente delicato, data la situazione internazionale e considerando la crisi economica globale derivata dall’aumento del costo delle materie prime. Durante i festeggiamenti per la vittoria, la Truss ha dichiarato che i tory credono nella libertà individuale, nelle tasse basse e nella responsabilità individuale aggiungendo che lei è stata eletta da conservatrice e come tale intende governare. Infatti durante le “primarie” dei Tory la Truss ha promesso un piano audace in grado di: tagliare le tasse a cittadini e imprese, far crescere l’economia, aumentare la spesa militare e affrontare l’aumento del costo dell’energia. Parole che evidentemente non hanno convinto i cittadini britannici, secondo un un sondaggio di YouGov il 50% di cittadini intervistati si sono detti scontenti o addirittura molto scontenti di avere l’ex ministro degli esteri come nuovo primo ministro. Forse, a molti di loro la Truss ha ricordato il più noto, eccezion fatta per Churchill, dei primi ministri conservatori dell’ultimo secolo, la lady di ferro Margaret Tatcher. Durante la sua campagna elettorale, la Truss è stata spesso accusata di tentare di emulare se non addirittura scimmiottare la Tatcher, che è ancora idolatrata da molti nel partito conservatore. Eppure la lady di ferro fu una delle figure più’ divisive della recente storia britannica, che con le sue politiche ultra-liberiste portò il conflitto sociale nel paese a livelli altissimi. Tanto che nel Regno Unito per anni migliaia di persone si radunavano per festeggiare nel giorno della sua morte. La situazione che la Truss si troverà ad affrontare ha alcune similitudini con gli anni della lady di ferro, inflazione, agitazioni sindacali, crisi economica, ed una guerra. Si prospetta quindi un futuro pieno di ostacoli che la neo primo ministro dovrà essere in grado di affrontare in modo migliore rispetto a quanto fatto da ministro degli esteri, in molti infatti ricordano la figuraccia che fece durante un meeting con il suo omologo russo Lavrov. In quell’incontro dichiarò che il Regno Unito non avrebbe mai riconosciuto la sovranità russa sulle regioni di Voronezh and Rostov, entrambe da secoli sotto il controllo di Mosca. Durante la conferenza stampa finale Lavrov descrisse il suo incontro con la Truss uguale a quello tra un sordo e un muto.
[di Enrico Phelipon]