Nell’esprimere il nostro cordoglio ai familiari delle vittime e alla popolazione colpita non possiamo tacere la nostra indignazione per la perdurante sottovalutazione delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
Non chiamatelo maltempo, è crisi climatica.
Definire maltempo il ripetersi sempre più frequente di eventi metereologici estremi è fuorviante.
Il combinato disposto di negazionismo e negligenza continua a coglierci impreparati. Come accaduto sulla Costa Toscana anche nelle Marche non c’è stato un allerta rosso ma un assai più rassicurante giallo.
Torniamo a chiedere che si chiarisca il perché del mancato allarme.
Non si assumono misure radicali per la riduzione delle emissioni climalteranti, anzi si impone il rilancio di rigassificatori e carbone. Non si fa nulla per imporre lo stop al consumo, alla cementificazione e impermeabilizzazione del suolo.
Invece di dare priorità alla messa in sicurezza del territorio si continua a puntare su grandi opere per arricchire le solite lobby.
Non abbiamo ancora nemmeno un piano di adattamento ai cambiamenti climatici per evitare che questi eventi estremi colgano le popolazioni impreparate e contenere i danni e la perdita di vite umane.
Dopo i morti sulla costa della Toscana assistiamo a una tragedia nelle #Marche che mostra quanto sia obsoleta l’agenda delle forze politiche, dalla destra di Giorgia Meloni che sostiene il negazionismo climatico al Pd che l’ambiente lo difende solo con le chiacchiere.
Maurizio Acerbo e Elena Mazzoni, segretario nazionale e responsabile ambiente di Rifondazione Comunista,
Paolo Berdini, urbanista, candidati di Unione Popolare con de Magistris