Non accenna a diminuire l’ondata di purghe interne al regime di Kiev: la Procura generale ucraina ha autorizzato l’arresto del ministro della Giustizia Oleksandr Lavrynovych, accusato di alto tradimento. Stessa sorte è toccata a l’ex ministro degli Esteri Konstantin Grishchenko.
Grishenko e Lavrynovich sono considerati traditori per aver ratificato, nel 2010, i cosiddetti Accordi di Kharkiv, che estendevano di 25 anni il diritto della flotta russa a servirsi del porto ucraino di Sebastopoli. Questo, secondo la Procura, Avrebbe consentito alla Russia di rafforzare la propria presenza in Crimea, contribuendo così alla riannessione del 2014.
Dopo questa decisione verranno avviate le procedure di richiesta dell’estrazione dei due ex ministri, che vivono all’estero.
Già a luglio il presidente Volodymyr Zelensky aveva rimosso dai propri incarichi diversi personaggi di spicco della nomenclatura di Kiev, tra i quali spiccavano il capo del servizio di sicurezza, Ivan Bakanov, e il procuratore generale Iryna Venediktova, colei che doveva raccogliere prove anche per i presunti crimini di guerra commessi dalle forze russe nelle diverse fasi dell’invasione.
Ucraina, al voto nei territori occupati
23 settembre, la Russia apre i seggi elettorali per i referendum nei territori occupati in Ucraina. Mosca chiama al voto le repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk e gli Oblast di Cherson e Zaporizhzhia, per un totale del 15% del territorio ucraino. Nelle immagini un seggio affollato già dall’apertura a Cherson.