GUERRA A CONTE E AL REDDITO DI CITTADINANZA

Più che la vittoria, scontata della Meloni, quello che fa rodere il c**o a dismisura alla sinistra delle ztl è la rimonta dei 5 stelle

negli ultimi 4 mesi non c’è stata firma di peso del giornalismo liberaloide italiano che non abbia annunciato la scomparsa di daddy conte

ad aprire le danze era stato Stefano Folli, che sulle pagine di repubblica il 17 maggio scriveva: “La frenesia anti-governativa di Conte rende i 5S marginali. La parabola politica di Giuseppe Conte è vicina a concludersi. Letta e Di Maio lo escluderanno”

Di Maio che esclude Conte

geniale

pochi giorni dopo, sempre su Repubblica, era il turno di Sebastiano Messina. Quello famoso perché diceva che Putin per rigenerarsi faceva il bagno nel sangue di corno di cervo, e che la più grande battaglia politica che ha fatto in vita sua risale ormai ai primi anni ‘90, quando si batté’ come un leone a fianco di mariotto segni detto mario per terminare la dittatura del proporzionale, introdurre finalmente il maggioritario, e consegnare così il paese a Silvio Berlusconi

“Da un anno Conte tenta di diventare un leader, e ancora non ha imparato a cosa va incontro chi prova a fare un mestiere che non è il suo”, scriveva

a rincarare la dose poi ci si è messo Piero Sansonetti. “Ora è certo: Conte non esiste”

Di origini nobili, Sansonetti nella sua vita ha diligentemente causato il sostanziale fallimento di ogni testata che ha diretto: prima liberazione, poi Calabria Ora, e poi ancora Cronache del Garantista, rimasto aperto giusto il tempo di incassare 700 mila euro di contributi pubblici. Dal 2019 dirige Il Riformista, che l’anno successivo arriva a incassare dalle vendite la bellezza di 150 mila euro. Meno di 600 euro al giorno. Non dico quanto ottolina, ma ci manca poco. A differenza della quale però può contare sul sostegno incondizionato del suo editore: Alfredo Romeo, l’uomo della maxi inchiesta sugli appalti della Consip che da qualche anno fa passare delle brutte nottatacce a Luca Lotti e alla Famiglia Renzi

particolarmente ostile nei confronti di Conte è sempre stato anche il Messaggero del costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, che il 14 giugno titolava “cinquestelle sotto il 10%. anche il sud boccia Conte”, per poi rilanciare 4 giorni dopo con un profetico “un partito di Di Maio? Sarebbe il colpo mortale ai 5 stelle”

Galli della Loggia dalle pagine del Corriere invece scommetteva tutta la sua reputazione sul fatto che “Conte pagherà il prezzo più alto per la caduta di Draghi. È uscito completamente stritolato dal braccio di ferro col premier”

ma la firma che in assoluto più si è dedicata a queste illuminanti profezie è Francesco Merlo, già noto alle cronache perché ai tempi del terremoto nelle marche nel 2016, mentre aveva un contratto da 200 mila euro con la RAI come membro dello staff di Carlo Verdelli quando era direttore editoriale per l’offerta informativa, era tornato a scappatempo a fare il corrispondente per repubblicatv, facendo infuriare il sindacato dei giornalisti: “È davvero assurdo e paradossale. La Direzione editoriale per l’informazione era nata per coordinare il lavoro delle testate e delle regie Rai, in particolare nelle fasi di emergenza e grandi eventi. Nell’immediatezza dei terremoti, il consulente della Direzione invece di aiutare la macchina Rai a dare il proprio meglio, ha trovato il tempo di fornire una corrispondenza dai luoghi del terremoto per Repubblica tv”

Tornato a occupare le pagine della sua testata del cuore, anche a ridosso del voto continuava a sostenere che “i sondaggi sono profezie che quasi mai si avverano. Dubito dunque di questa resurrezione di Conte”. I suoi 50 cents li puntava invece tutti su Letta: “solo adesso, nell’estate 2022, la sinistra umiliata, dimessa e bastonata ha rialzato la testa. L’agenda di draghi è stata il lampo di Paul Klee sulla politica, ed è oggi l’abracadabra della nuova coalizione di centrosinistra”. Lo chiameremo nostradamus

ma aspettate, non è mica finita

“Enrico letta è il papa che dell’altro dolce enrico (berlinguer, immagino) sta completando il lavoro, con l’ironia del front runner e gli occhi della tigre. Questa neonata coalizione contenderà il governo del paese alla Meloni”. “finché c’è Letta, c’è speranza”

è il wishful thinking che permea fin dentro al midollo il giornalismo liberaloide

invece di provare a informarci sul mondo com’è, ci descrivono il mondo come lo vorrebbero loro, tra governi tecnici osannati dal popolo che macinano risultati insperati uno dietro l’altro, partigiani ucraini e giovani democratici russi che si mangiano un putin isolato e in fin di vita in un sol boccone, ma soprattutto, un’italia intraprendente e ricca di opportunità che i giovani, che a differenza loro per campare devono trovarsi un lavoro vero, non fanno nessuno sforzo per cogliere

soprattutto da quando c’è lui, il male assoluto: IL REDDITO DI CITTADINANZA

è su questo punto che le differenze di facciata con il giornalismo cattivista della destra reazionaria si squagliano come neve al sole

“Conte non lo voteranno i poveri, ma i poveracci, i nullafacenti, gli assistiti professionisti, le zecche, i parassiti, gli scarafaggi, i moscerini”. Lo zoologo in questione è Filippo Facci, forma di punta di Libero

Se non altro, ha il dono della chiarezza. I poveri sono insetti. Repellenti

Le due destre (quella finto sovranista di Meloni & company, e quella positivista e tecnocratica degli antifascisti delle ztl) hanno in comune una malattia estremamente diffusa: la POVEROFOBIA

Le persone affette da questo devastante morbo si riconosce immediatamente dall’utilizzo smodato di una serie di termini completamente destituiti di ogni significato. Il più noto è il termine meritocrazia, che sostanzialmente indica il merito di essere nato in un contesto di benessere e di aver ereditato agi e posizioni di potere. Ma anche resilienza fa la sua porca figura, e indica sostanzialmente una condizione di agiatezza tale per cui si ha la certezza di cascare sempre in piedi, anche qualora tutt’attorno crollasse letteralmente il mondo

I poverofobici hanno immediate reazioni allergiche alla sola visione di alcuni colori. Inizialmente era solo il rosso. Ma ormai che di rosso in giro se ne vede poco, il disturbo si presenta anche alla vista del giallo. Quello dei 5 stelle

Dopo 30 anni di misure antipovero, il movimento 5 stelle per la prima volta con l’introduzione del reddito di cittadinanza ha dato un leggerissimo ma pur sempre consistente segnale di inversione di rotta

e i poveri hanno gradito

per i Marattin di tutto il mondo, non c’è colpa maggiore. La loro soluzione infatti è diametralmente opposta: combattere i poveri invece della libertà, e poi levargli pure il voto

è la battaglia di civiltà portata avanti da numerose pagine facebook che raccolgono la creme creme degli affetti da poverofobia: “Aboliamo il suffragio universale”, “Adotta anche tu un analfabeta funzionale”

che mattacchioni

e tutti rigorosamente meritevoli e resilienti eh, ca va sans dire

per gli affetti da povorofobia il movimento 5 stelle è una terribile minaccia. Un po’ come per me che soffro di asma da tutta la vita gli acari o i gatti

Il movimento infatti concentra una quantità di agenti patogeni (quelli che Facci denomina zecche e scarafaggi) elevatissima. Si stima infatti abbia ottenuto appena il 10% tra gli elettori con condizione economica “elevata”, e addirittura il 25 tra quelli con condizione economica “bassa”. L’esatto opposto dei partiti tradizionali della sinistra, dove la poverofobia ha fatto una strage. Il pd ad esempio prende il 9,3% tra i “bassi”, e il 22,1 tra gli “elevati”. Idem per SI/Verdi e Bonino: 2,1 contro 5,6 uno, 2 contro 5,1 l’altro. Il record però ovviamente tocca a quelli che nel pd c’erano fino a ieri, ma che sono usciti perché avevano sentito che una volta in una sezione della periferia di Torino, una delle 12 rimaste aperte ad oggi, era entrato un signore con l’ISEE inferiore a 40 mila euro. Poi dopo si è scoperto che cercava solo un bagno, ma intanto loro erano usciti, e avevano fondato Azione e Italia Viva, che hanno preso il 3,4% tra i meno agiati, e addirittura l’11,7 tra i più benestanti. C’è un rapporto più equilibrato anche tra gli abbonati al twiga

uno dei principali focolai del morbo della poverofobia è la prestigiosa università privata milanese Bocconi, dove con soli 15 mila euro l’anno puoi comprarti il biglietto d’ingresso tra la gente che piace alla gente che piace

hanno chiesto a 300 studenti cosa avrebbero votato

ecco il risultato:

azione di Calenda al 36,7% (contro il 7,8 ottenuto alle elezioni), verdi/sinistra italiana al 14,3 (contro il 3,6), + europa al 10 (contro il 2,8)

e il movimento 5 stelle? 2 studenti su 300. lo 0,7%, contro il 15,4 delle politiche. Che diventa il 21 nella fascia di età 18/34 anni

la pandemia ci ha insegnato che quando c’è un focolaio del genere, l’unica soluzione è impedire a tutti di uscire, isolarli e buttare le via le chiavi

Ma ora, fuor di metafora, la vera domanda è: se oggettivamente il movimento 5 stelle per la prima volta negli ultimi 30 anni è riuscito a far votare qualcosa di non apertamente e platealmente reazionario a chi nella vita prende continuamente mazzate, perché continua a strizzare l’occhio a chi è affetto da poverofobia?

Noi nella vita abbiamo sempre e solo sostenuto formazioni che di voti ne prendevano pochi, e ancora meno tra quelli di cui ci autonominavamo unici veri rappresentanti

quindi da insegnare, purtroppo, non c’abbiamo proprio niente

ma qualche domanda speriamo di poterla fare

Quando è caduto il Conte 2, c’era una prateria. Sostenendo il governo Draghi, la stavate trasformando in un deserto. Appena vi siete sganciati dal governo più antipopolare della storia repubblicana, avete arrestato l’emorragia e invertito la rotta. Una fetta importante del vostro popolo, che vorrei fosse anche il mio, è tornata a darvi fiducia. Non è un’indicazione sufficientemente chiara della strada da intraprendere?

Avete di fronte un bivio: investire sulla vostra vocazione popolare e provare ad andare a riprendere uno a uno i 3 milioni di voti che avete perso in direzione dell’astensionismo e anche una bella fetta di quelli che non siete mai riusciti a convincere, oppure tornare a impelagarvi con un centrosinistra che da due anni a questa parte si è dato come unica missione quella di farvi implodere

e non è solo un problema di progammi. È un problema antropologico

quelle forze popolari non lo possono essere, perché il popolo non sanno nemmeno dove sta di casa

e vale per tutti eh

Vale ovviamente per il pd. Ma vale anche per quella che del PD è sostanzialmente una lista civetta

Una specie di PD per i giovani, con qualche velleità ambientalista

avete l’opportunità di costruire in Italia quello che Mélenchon ha costruito in Francia. Oppure di ricostruire l’ennesimo Ulivo.

Se scegliete la prima opzione, noi come ottolina, nel nostro piccolissimissimo, ci siamo

e la prima opportunità ce la stanno offrendo i fratelli d’italia su un piatto d’argento

lo ha dichiarato apertamente al messaggero Francesco Lollobrigida: per premiare il loro zoccolo duro di padroncini evasori e di bottegai nostalgici, in cima alla lista delle cose da fare c’è l’abolizione del reddito di cittadinanza

proprio adesso, di fronte a un’inflazione impazzita, e di fronte alla crisi energetica più drammatica degli ultimi 40 anni che ci trascinerà nell’ennesima crisi economica, da far pagare per l’ennesima volta sempre agli stessi

come proponeva mercoledi Salvatore Cannavò, partiamo da lì. Dalla difesa dell’unica misura popolare emenata da un governo negli ultimi 30 anni. Contro la trappola dell’antifascismo delle ztl. Comitati di difesa del reddito di cittadinanza in tutto il paese

fateci sapere cosa ne pensate nei commenti

e nel frattempo, se come noi siete convinti che per organizzare una vera resistenza popolare ci sia bisogno anche di un vero media in grado di dargli voce, aiutateci a far crescere ottolinatv. Aderite alla campagna di sottoscrizione su GoFundMe: https://gofund.me/c17aa5e6

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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