Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg in Fino all’ Ultimo respiro
Francesco Cecchini
“Fino all’ultimo respiro appartiene, per sua natura, al genere di film in cui tutto è permesso. Per di più Fino all’ultimo respiro era il genere di film in cui tutto era permesso, era nella sua natura. Qualsiasi cosa faccia la gente, tutto poteva essere inserito nel film. È proprio questa l’idea da cui ero partito. Pensavo: c’è già stato Bresson, è appena uscito Hiroshima, un certo tipo di cinema si è appena concluso, forse è finito, allora mettiamo il punto finale, facciamo vedere che tutto è permesso. Quello che volevo era partire da una storia convenzionale e rifare, ma diversamente, tutto il cinema che era già stato fatto”.
Jean-Luc Godard
CARTA D’IDENTITA’. Titolo: Fino all’ultimo respiro. Regia: Jean-Luc Godard; soggetto: François Truffaut; sceneggiatura: Jean-Luc Godard; fotografia: Raoul Coutard; montaggio: Cecile Decugis, Lila Herman; musiche: Martial Solal; interpreti: Jean-Paul Belmondo, Jean Seberg; produzione: Les Productions Georges de Beauregard, Société Nouvelle de Cinématographie; distribuzione: Euro International Films; origine: Francia; durata: 90’; anno: 1960.
Fino all’ultimo respiro è considerato uno dei capolavori di Jean-Luc Godard el manifesto della Nouvelle Vague, movimento cinematografico francese nato sul finire degli anni cinquanta. Il film vede protagonisti due grandi attori, Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg. Opera prima di Godard, il film ha reinventato il racconto cinematografico, permettendo alla realtà di irrompere nella finzione e così frammentandola. Il film, tratto da un soggetto di Truffaut e Chabrol, è stato girato con pochissimi soldi in circa tre settimane e sovverte ogni regola conosciuta fino a quel momento, lanciando la carriera di due icone e scrivendo la storia del cinema.
TRAMA DA WIKIPEDIA.
Michel Poiccard, ladro e truffatore, mette a segno un colpo a Marsiglia, rubando un’automobile. Dopo aver lasciato la città, viene inseguito da un poliziotto per eccesso di velocità. Dopo aver cercato inutilmente di nascondersi e dopo aver accidentalmente rinvenuto una pistola nell’auto rubata, Michel uccide il poliziotto per non essere arrestato. Tornato a Parigi per affari con l’intenzione poi di fuggire in Italia, ritrova Patricia, una studentessa americana di cui si era innamorato e che vorrebbe portare con sé in Italia. Le rivela pian piano la sua condotta delinquenziale e le fa capire che la sogna al suo fianco anche come complice della sua vita spericolata, nella quale “il dolore è un compromesso”. Lei, pur ricambiando l’amore, cerca di allontanarsi da Michel perché lo ritiene troppo sfrenato. Michel, accompagnato da Patricia, continua la sua vita all’ultimo respiro, rubando soldi e auto, fumando e leggendo France Soir, da cui apprende di essere braccato dalla polizia, che è ormai sulle sue tracce. Michel cerca quindi di fuggire, insistendo perché la ragazza lo segua in Italia, ma Patricia, pur se inizialmente appare innamorata e propensa a seguirlo, alla fine decide di denunciarlo. Inseguito dalla polizia, Michel viene colpito da un proiettile e muore proprio sotto gli occhi della ragazza.
Il link con la sequenza iniziale in italiano di Fino all’ultimo repiro è il seguente:
Jean-Luc Godard