Le voci si inseguono sul prossimo congresso del Partito Democratico che si appresta all’operazione tabula rasa. anzi no, più probabile la veltronata.
Tabula rasa, anzi no, veltronata
Di Fausto Anderlini*
Si potrebbe ricorrere al Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: cambiare tutto perchè nulla cambi, ma io preferisco rifarmi a Eugenio Fascetti, quell’allenatore toscano che teorizzava e anche praticava il ‘casino organizzato’, con esiti quasi sempre coincidenti con una retrocessione o una provvidenziale estromissione dall’incarico.
La provincia toscana, è noto, al pari della Romagna, è terra di trainer, fascisti e comunisti, alcuni sopraffini, altri fenomeni da baraccone. Ce n’era un altro, Nedo Sonetti ad esempio, noto per la ‘belvaggine’ applicata al calcio. La politica non fa eccezione, e infatti Renzi e Letta vengono da lì
Rovesciando Fascetti il vademecum che dovrebbe ordinare il tanto agognato ‘vero congresso’ è infatti un esempio plateale di ‘organizzazione incasinata’.
Si convocano dunque gli iscritti e altri passanti di buona volontà a una grande adunata. E’ la fase della ‘chiamata‘.
Costoro, sul modello delle partecipatissime ‘agorà’ possono parlare di tutto: nome del partito, fini, ideali, politiche, organizzazione. Una imponente fase discutidora senza rete. La fase due:, dove si squadernano i nodi e le soluzioni
Da quel che si legge non sono previste ‘tesi’, cioè documenti preparatori assunti a base della discussione. Ma neanche sono previste tesi a consuntivo, documenti che fissano e selezionano in modo compiuto e comprensivo le trovate delle agorà. Si deve supporre che ogni libera agorà produca le proprie. Che però non vengono sottoposte ad alcuna votazione in assemblea plenaria. Se ci sono, scripta volant.
Poi si passa alle candidature e alla loro selezione. Il casting. Il grande fratello vip. I primi due vanno alle primarie come finalisti. Seguendo alla lettera lo statuto vigente malgrado sia del tutto possibile che le agorà ne abbiano prodotto un tot di alternative. Una ulteriore adunata dove agli iscritti e agli uomini di buona volontà saranno aggiunte legioni di passanti. Confermando per l’ennesima volta che l’iscritto non conta una cicca.
Il vincitore sarà proclamato leader di un partito rinnovatosi con uno straordinario moto di partecipazione. In realtà, come sempre, se vuole avere vita, sarà il pompato del gruppo Gedi, al caso in concorrenza col Domani debenedettiano (entrambi fautori del grande lavacro e della tabula rasa che faccia giustizia degli ‘apparati’ del Pds e della Margherita). Veri azionisti occulti, anzi palesi, del Pd.
Un’altra veltronata. Che avrà un senso solo nel caso in cui chi si proclama ‘socialdemocratico’ o ”cristiano-sociale’ colga l’occasione per secedere e portarsi via, se c’è, la parte sana e migliore di una impresa fallita.
* Grazie a Fausto Anderlini