L’incombente crisi energetica provocata dalle scellerate politiche europee di guerra contro la Russia, adottate perché il blocco europeo si è dimostrato incapace e senza la volontà di affrancarsi dalle politiche guerrafondaie di Washington, si annuncia come uno tsunami che sommergerà l’intero vecchio continente.
La Germania potrebbe essere costretta a ridurre le esportazioni di elettricità verso la Francia e altri Paesi quest’inverno per evitare un’interruzione della rete elettrica, ha avvertito un dirigente del più grande operatore di rete del Paese, secondo quanto riporta il Financial Times.
Hendrik Neumann, responsabile tecnico di Amprion, il più grande dei quattro gestori di rete tedeschi, ha dichiarato che una sospensione temporanea potrebbe essere necessaria per evitare carenze di elettricità e strozzature, come “ultima risorsa”.
Il monito giunge in un momento di forti tensioni sulla risposta di Berlino alla crisi energetica, con alcuni Stati dell’UE che affermano che lo “scudo protettivo” da 200 miliardi di euro per le imprese e i consumatori tedeschi annunciato la scorsa settimana rischia di minare l’unità europea.
Tra le accuse alla Germania di usare la sua potenza economica per proteggere le famiglie in un modo che gli altri non possono permettersi, il primo ministro italiano uscente Mario Draghi ha detto che “di fronte alle minacce comuni del nostro tempo, non possiamo dividerci in base allo spazio nei nostri bilanci nazionali”.
Evidentemente però Draghi ha finto di non conoscere il modus operandi di Berlino visto che la Germania ha sempre agito in base al proprio interesse nazionale in seno all’Unione Europea.
A Parigi dovrebbero essere più agitati per la decisione tedesca. Qualsiasi interruzione o riduzione delle esportazioni tedesche di elettricità potrebbe aggravare le carenze di approvvigionamento in Francia, dove quasi la metà delle 56 centrali nucleari del Paese sono attualmente fuori rete.
Il governo francese sta facendo pressione sul gruppo statale EDF affinché rispetti il riavvio programmato per quest’inverno di tutti i 32 reattori nucleari che quest’estate erano stati messi fuori servizio per manutenzione e a causa di problemi di corrosione.
Secondo il think-tank Fraunhofer ISE, la Francia ha importato 6.000 gigawattora di elettricità dalla Germania nel periodo gennaio-marzo, pari al 5% della produzione totale di energia del Paese nel trimestre, con un aumento di cinque volte rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Da anni la Germania è un esportatore netto di elettricità. L’anno scorso ha venduto ad altri Paesi 17.400 GWh di energia in più rispetto a quella importata, rispetto ai 18.500 GWh dell’anno precedente, secondo i dati del regolatore di rete. I maggiori acquirenti di energia tedesca sono stati Francia e Austria.
“Si prevede una situazione di forte stress per il prossimo inverno”, ha dichiarato Neumann al Financial Times, aggiungendo che la crisi energetica causata dalla guerra in Ucraina è solo uno dei tanti “problemi che si sovrappongono”. Tra gli altri troviamo il fermo delle centrali nucleari francesi e le interruzioni delle consegne di carbone causate dalla scarsità d’acqua nei fiumi principali.
L’anno scorso Amprion, con sede a Dortmund, ha generato un fatturato di 2,6 miliardi di euro e un utile operativo di 216 milioni di euro. Posseduta in maggioranza da un consorzio di compagnie assicurative e fondi pensione tedeschi, gestisce la rete elettrica e le sottostazioni nella Germania occidentale, il cuore industriale della più grande economia europea, ma che rischia seriamente la de-industrializzazione perché fortemente dipendente dal gas a basso prezzo fornito dalla Russia.
Neumann ha dichiarato di non condividere il punto di vista del ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, che a luglio ha sostenuto che il Paese non sta affrontando un problema di elettricità.
La Germania soffre anche di uno squilibrio regionale tra produzione e consumo di energia. Molti parchi eolici sono situati nella parte nord-orientale del Paese, ricca di vento, mentre gran parte dell’industria, affamata di energia, si trova nel sud-ovest, dove si registra una crescente carenza di capacità di generazione.
Ciò può generare disparità geografiche tra domanda e offerta, in quanto l’operatore di rete può faticare a portare l’energia da una regione all’altra.
Questo squilibrio viene normalmente affrontato accendendo più centrali elettriche a carbone e a gas nel sud della Germania, ma quest’inverno la capacità disponibile potrebbe non essere sufficiente. In una situazione del genere, la Germania potrebbe essere costretta a ridurre le proprie esportazioni, ha dichiarato Neumann.
Nel frattempo, i funzionari tedeschi si stanno preparando ad affrontare possibili disordini.
In un’intervista alla ZDF rilasciata lo scorso mese di agosto, Stephan Kramer – a capo del servizio di intelligence interna dello Stato tedesco della Turingia – ha avvertito che le proteste “legittime” per la crisi energetica potrebbero essere “dirottate da estremisti”.
Kramer affermava che i funzionari si stanno preparando alle proteste per “la carenza di gas, i problemi energetici, le difficoltà di approvvigionamento, la possibile recessione, la disoccupazione, ma anche la crescente povertà fino alla classe media”.
“È probabile che ci troveremo di fronte a proteste e rivolte di massa”, proseguiva il ragionamento il funzionario tedesco. “Abbiamo a che fare con uno stato d’animo altamente emotivo, aggressivo e pessimista nei confronti del futuro della società, la cui fiducia nello Stato, nelle sue istituzioni e nei suoi attori politici è irta di enormi dubbi”.
“Questo stato d’animo altamente emotivo ed esplosivo potrebbe facilmente degenerare”, spiegava Kramer, aggiungendo che gli scontri relativi al Covid-19 “probabilmente sembreranno più una festa di compleanno per bambini