La puntata di stamane di Omnibus su La7 è un perfetto esempio di squadrismo democratico televisivo. Lo schema è sempre lo stesso: si prende l’argomento del giorno, il più “caldo”, nel caso specifico il demonio di tutti i sussidi, il satanico Reddito di cittadinanza, e a parlarne ci sono i rappresentanti della politica “istituzionale”, quella cioè rappresentata in Parlamento, oggi Ylenja Lucaselli (FdI) e Raffaella Paita (Azione-IV), poi il giornalista “indipendente”, Carlo Cambi.
Tre espressioni teoricamente diverse che invece, magicamente, a parte le sfumature, si ritrovano d’accordo praticamente su tutto. A far da mosca bianca, per dare una parvenza di dibattito, s’invita l’ospite “fuori dal contesto”, in questo caso Marta Collot (Unione Popolare), con lo scopo di farla apparire come il freak della situazione.
Il dibattito diventa così un tutti contro uno, interrompendo continuamente la portavoce di Potere al popolo, facendo versi o ridacchiando, lanciando insinuazioni, in un tirassegno a senso unico (“Lei fa l’insegnante”, dice la Paita, come fosse una colpa; “Come mi risolve questo problema?”, “Non deve governare può dire quello che vuole”).
L’eroica Collot (eroica perchè ci vuole sangue freddo a non perdere i nervi e lanciare qualcosa verso le telecamere sentendo le assurdità degli interlocutori, come la Paita che cantava le lodi del Jobs Act) cerca di replicare, ma quello che colpisce è il suo sguardo. Quello di chi vede davanti a se l’assurdo, che ben conosce, ma ancora fatica ad accettare che sia possibile: “Ma sono davvero così questi? Pensano davvero queste cose?”
In fondo, diversi anni fa, Frankie Hi Nrg aveva già detto tutto in “Quelli che benpensano“.
Reddito di cittadinanza e lavoro, Marta Collot difende la posizione dei giovani precari. Botta e risposta con gli ospiti in studio.
Qui il video: