Nelle recenti parole di Letta e di Veltroni si scorge come il PD si interessi alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati in vacanza in qualche località del terzo mondo.
La funzione turistica del PD
Ho sentito un pezzo dell’intervento di Enrico Letta alla direzione nazionale del PD e sono rimasto colpito da un passaggio che riprendeva alcune considerazioni rilasciate ieri da Walter Veltroni durante la trasmissione di Lilli Gruber.
Di fronte alla domanda della giornalista su cosa deve fare il PD per recuperare la sua identità il vecchio comiziante del Lingotto ha affermato che il partito negli ultimi anni non ha mai organizzato una manifestazione.
Ero incredibilmente sorpreso, solo che però Veltroni ha subito chiarito: “È possibile che il Pd non abbia organizzato neanche una manifestazione? Neanche un incontro in favore delle donne iraniane?”
Oggi Letta ha espresso un pensiero simile: “Siamo spesso sollecitati a ricercare la nostra identità dai fatti che avvengono in realtà lontane da noi, come quelle delle donne iraniane”.
Massimo rispetto per le donne iraniane e per le battaglie che stanno combattendo. E soprattutto massima solidarietà di fronte all’uso strumentale delle loro lotte. Perché, di fatto, quella di Veltroni e Letta è anzitutto una sporca e ipocrita strumentalizzazione.
Non solo però. Veltroni e Letta dimostrano che non vogliono cambiare nulla nel loro partito, la cui funzione a sinistra è, come dire, esclusivamente turistica.
Il PD si interessa alle classi popolari e alle realtà impoverite con lo stesso atteggiamento sussiegoso dei turisti agiati, provenienti da qualche ricca città europea o americana, che si recano in un paese del terzo mondo e guardano con compassione la condizione dei suoi abitanti che, poveri loro!, non godono delle libertà e del benessere occidentale.
Veltroni e Letta esprimono del resto la visione del mondo di gente che vive nei centri storici e che finge di non sapere che spesso la povertà, l’ingiustizia e il degrado sono presenti nelle periferie delle loro stesse città. In qualità di dirigenti politici non possono guardare a queste condizioni di disagio perché la loro fortuna si fonda esattamente su questa ipocrisia
Letta, Veltroni, Renzi e tanti altri che hanno fatto la storia del PD non avrebbero avuto alcun successo politico se non avessero promosso quelle politiche che hanno generato la questione sociale oggi presente in Italia.
La loro salita al potere è dipesa dal sostegno di forze economiche e finanziarie che hanno chiesto in cambio leggi in favore della precarietà nel lavoro, privatizzazione dei servizi, disfacimento della scuola pubblica, sostegno all’impresa e tanti altri provvedimenti che hanno prodotto le attuali ingiustizie.
Ingiustizie che, ripeto, non possono vedere, devono cancellare o trasfigurare con l’immagine esotica di mondi lontani poco compromettenti