Desta una certa impressione vedere il governo Zelensky, un governo collassato che resta in vita grazie ai nostri soldi, alle nostre armi e al nostro addestramento e che, quindi, dipende quasi completamente da noi, intervenire continuamente nella vita politica italiana vergando giudizi sprezzanti sui nostri maggiori leader politici. In teoria dovrebbe avvenire il contrario. Dovrebbero essere i leader politici italiani a chiedere conto a Zelensky e ai suoi ministri del modo in cui hanno guidato il loro Paese e di tutti gli errori che hanno commesso finora: errori e disastri storico-politici che stiamo pagando anche noi italiani. Ma viviamo ormai in un modo capovolto; un mondo in cui l’Italia viene a trovarsi in una condizione di ricattabilità politica da parte del governo di Kiev; un mondo in cui i leader politici italiani hanno paura di ciò che dice di loro il ministro degli Esteri di Kiev, che non troverebbe un posto nemmeno in fondo alla classifica dei primi novecentomila ministri migliori della storia dell’Europa contemporanea. Zelensky mette l’Italia sotto costante giudizio etico-politico, mentre l’Italia vive nel terrore di parlare dell’inanità politica di quest’uomo che, invece di frenare un’invasione che sta radendo al suolo intere città ucraine, ha profuso il massimo impegno per sollecitarla. Nessun sussulto di dignità da parte della nostra classe politica; manco a parlarne. Oggi le offese sono per Berlusconi. Domani potrebbe toccare ai nostri ministri e magari pure al nostro Presidente della Repubblica. Follia allo stato puro.
Alessandro Orsini