Rachele Gonnelli

Confluisce nella manifestazione nazionale di Europe for Peace del 5 novembre a Roma anche l’iniziativa contro le povertà organizzata da Rete Numeri Pari e Forum Diseguaglianze e Diversità. “Senza un’economia di pace non varrà l’agenda sociale”, dice Giuseppe De Marzo.

La manifestazione nazionale per la pace del 5 novembre prossimo ha anche un “momento di convergenza”, molto significativo. In sostanza un’altra iniziativa convocata nella stessa giornata ha deciso di confluire nella stessa piazza della pace, pur mantenendo la sua organizzazione e le sue tematiche. Si tratta della piazza chiamata lo stesso 5 novembre dalla Rete dei Numeri Pari e dal Forum Diseguaglianze e Diversità. “Avevamo lanciato da mesi insieme al ForumDD, alle parrocchie e alle altre realtà della nostra Rete un appuntamento per parlare delle diseguaglianze in crescita nel nostro paese e dell’agenda sociale ma la pace è la priorità, abbiamo bisogno per tutto e prima di tutto di una economia di pace, così abbiamo deciso di unirci alla manifestazione nazionale di Europe for Peace dalla nostra iniziativa convocata a piazza Vittorio”, ha spiegato alla conferenza stampa il Campidoglio Giuseppe De Marzo. 

La Rete Numeri Pari, di cui Giuseppe De Marzo è il coordinatore nazionale, è una coalizione di 423 realtà associative in tutto il territorio nazionale in rapporto con l’organizzazione Libera di don Luigi Ciotti – tra cooperative sociali, movimenti per il diritto all’abitare, reti studentesche, centri antiviolenza, parrocchie, comitati di quartiere, campagne, circoli culturali, scuole pubbliche, biblioteche popolari, centri di ricerca, presidi antimafia, progetti di mutualismo sociale, sindacati, spazi liberati, fabbriche recuperate, reti, fattorie sociali e cittadine e cittadini – che condividono legami e contatti, progetti improntati alla richiesta di diritti sociali collettivi e dignità. Il Forum Diseguaglianze e Diversità di Fabrizio Barca – che lo ha fondato insieme all’ex ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile Enrico Giovannini – è una associazione che riunisce realtà territoriali organizzate e ricercatori di scienze sociali attorno al fine di disegnare politiche pubbliche e azioni collettive volte a favorire la giustizia sociale e la realizzazione dei singoli.  

L’iniziativa che Rete Numeri Pari e ForumDD ha organizzato a Roma a piazza Vittorio il 5 novembre si intitola: “Non per noi ma per tutte e tutti. Per la pace, la giustizia sociale e ambientale, contro disuguaglianze ed esclusione” ed è anche la presentazione della ricerca “La pienezza del vuoto”, iniziata già nel 2020 in piena pandemia, tra Rete Numeri Pari, ForumDD e laboratorio del Gran Sasso – o meglio Gran Sasso Science Institute, centro di ricerca sostenuto dall’Ocse – sulle nuove forme di mutualismo e cooperazione dal basso che si stanno radicando in special modo in rapporto alla rete delle associazioni antimafia nel Sud, esempio ne sia la rete delle fattorie sociali in Sicilia su terreni sequestrati alle organizzazioni criminali. 

Dall’iniziativa del 5 novembre, come ha voluto sottolineare Giuseppe De Marzo in una recente intervista, uscirà un’agenda sociale composta da sette proposte che parlano di reddito di cittadinanza, salario minimo, diritto all’abitare, riforma del welfare che oggi scarica il peso di cura sulle donne, lotta alle mafie, del no all’autonomia differenziata che attenta all’unità della Repubblica ed è una secessione dei ricchi, della garanzia che i fondi del Pnrr siano per l’equità sociale e la sostenibilità ambientale, non per il gas, il carbone e le armi. 

Nel recente rapporto della Caritas, presentato lo scorso 18 ottobre in occasione della Giornata mondiale di lotta alla povertà, è stato messo in luce come nel 2021 la povertà assoluta in Italia sia arrivata ai suoi massimi storici. Le famiglie in povertà assoluta risultano 1 milione 960mila, pari a 5.571.000 persone (il 9,4% della popolazione residente). E anche la Caritas a conclusione del rapporto chiede, con una valutazione delle politiche di contrasto alla povertà e una particolare attenzione alle prospettive di riforma e investimento derivanti dal Pnrr e dal programma europeo Next generation EU, che si approfondisca il contrasto alla povertà in crescita soprattutto nel Sud del Paese.

Per De Marzo, in conclusione, “senza la pace non si può pensare di conquistare diritti e venir fuori dall’attuale guerra ai poveri che la politica e i ceti più agiati stanno conducendo, abbiamo bisogno di un’economia di pace e di cambiare modello produttivo per rispondere alle sfide del cambiamento climatico e abbattere le connivenze tra la politica e le organizzazioni mafiose”. Per questi motivi la piazza di Rete Numeri Pari confluirà nel corteo della pace sabato 5 novembre a metà percorso tra piazza Esedra e piazza San Giovanni, dove interverrà dal palco della manifestazione di Europe for Peace

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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