Alessandro Orsini, più di tre anni prima dell’invasione russa, invitava i senatori italiani a non ritirare le sanzioni per impedire a Putin di investire nuove ricchezze nell’esercito aumentando le probabilità di un’invasione: “La mia impressione – dice Orsini nel 2018 davanti alla 3a Commissione del senato – è che non ci sia in Italia una percezione chiara dei pericoli che si stanno profilando in Europa dell’est”
Orsini nel 2018 in Commissione Senato
Il 4 dicembre 2018 il professor Alessandro Orsini veniva ascoltato in Senato dalla 3a Commissione Affari esteri ed emigrazione sul futuro delle relazioni tra l’Italia e la Federazione Russa.
In quella circostanza invitava il governo italiano, che si batteva per ritirare le sanzioni alla Russia, a mantenerle invece, ammonendo che nel nostro paese non c’era una percezione chiara dei pericoli che si stavano profilando in Europa dell’Est
Tutto ciò è nero su bianco nel video ufficiale del Senato che trovate alla fine dell’articolo.
Il professor Orsini, come abbiamo già avuto modo di dire, non rientra nella sfera di riferimento degli orientamenti culturali di questa testata, diciamo così.
Nella sua carriera ha scritto un libro sul rapporto tra Gramsci e Turati irricevibile; ha assunto posizioni sui migranti che scavalcano anche quelle leghiste; sui social è tra quelli che usano espressioni come “comunisti col Rolex“.
Eppure oggi viene dipinto come uno zimbello da tutto quel sistema mediatico e politico che, come si può vedere, fino al giorno prima dell’invasione Russa in Ucraina, lo riteneva una fonte attendibile, tanto da essere ascoltato ufficialmente in atti orientativi del Governo.