Una serie di documenti segreti del gigante svizzero Syngenta ha svelato come l’azienda abbia cercato di nascondere per decenni il legame tra una sostanza chimica diserbante che ha prodotto e venduto nel mondo fin dagli anni ’50, il paraquat, e il morbo di Parkinson. A far trasparire la notizia e ad analizzare le carte è stata la testata inglese The Guardian, in collaborazione con il progetto di giornalismo ambientale The New Lede, che con un’inchiesta ha dimostrato come la narrazione pubblica presentata da Syngenta nel corso dei decenni abbia nascosto e ostacolato le ricerche sul rapporto tra il paraquat e la malattia neurodegenerativa. 

Per anni Syngenta ha dichiarato ripetutamente ai clienti e alle autorità di regolamentazione che le indagini non dimostravano un collegamento tra il suo diserbante e la sindrome: secondo l’azienda il paraquat non attraverserebbe facilmente la barriera emato-encefalica e non influirebbe sulle cellule cerebrali in modo tale da causare il Parkinson. Ma i documenti dimostrano altro: le carte indicano che l’azienda ha cercato di proteggere in ogni modo le vendite del prodotto, confutando le ricerche scientifiche esterne, influenzando le autorità di regolamentazione e sminuendo la validità dei risultati degli esami riportati da esperti indipendenti. Syngenta, per citare un episodio, avrebbe cercato di impedire a uno scienziato molto stimato di far parte di un comitato dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti, il principale ente normativo statunitense per i pesticidi.

I documenti dimostrano inoltre che gli addetti ai lavori temevano di dover affrontare conseguenze legali per gli effetti cronici e a lungo termine del paraquat già dal 1975. Uno scienziato dell’azienda definì la situazione “un problema abbastanza terribile” per il quale “si poteva fare qualche piano…”. Dopo quasi 50 anni, quei timori si sono dimostrati reali: migliaia di persone stanno facendo causa a Syngenta, sostenendo di aver sviluppato il Parkinson a causa degli effetti cronici dovuti all’esposizione a lungo termine al diserbante. Oltre a Syngenta si trova sotto accusa anche Chevron USA, una società che ha distribuito il paraquat negli Stati Uniti fino al 1986. Tra le carte prese in esame dal Guardian ci sarebbero relazioni interne, memo scritti a mano e dattiloscritti, presentazioni aziendali ed e-mail tra scienziati, avvocati e dirigenti dell’azienda, tutti parte della documentazione richiesta dal tribunale per il processo.

Entrambe le aziende negano ogni responsabilità e sostengono che le prove scientifiche non provano un legame causale tra il paraquat e il morbo di Parkinson. “Recenti e approfondite revisioni eseguite dalle autorità di regolamentazione più avanzate e basate sulla scienza, tra cui gli Stati Uniti e l’Australia, continuano a sostenere l’opinione che il paraquat sia sicuro”, ha dichiarato Syngenta in una dichiarazione al Guardian. Chevron USA sostiene che “si difenderà vigorosamente dalle accuse contenute nelle cause”. Eppure dall’analisi dei documenti emerge che fin dagli anni ‘70 gli scienziati dell’azienda erano a conoscenza che l’esposizione al paraquat potesse compromettere il sistema nervoso centrale, e che scatenasse tremori e altri sintomi negli animali da esperimento simili a quelli di cui soffrono le persone affette da Parkinson. Addirittura un documento interno della Chevron del 1975 parla di preoccupazioni relative a presunti “effetti permanenti del paraquat sul sistema nervoso centrale”.

[Le note di un incontro del 1974 tra ICI e Chevron illustrano le preoccupazioni per i “problemi tossicologici del paraquat”. Fonte: The Guardian]

Parallelamente, nei file segreti vengono descritte accuratamente le modalità per far approvare la sostanza chimica a livello normativo, considerando questo “il modo migliore per influenzare il mondo accademico, gli ambienti normativi e le ONG”. Un documento di “strategia normativa” di Syngenta del 2003 fa riferimento al paraquat come a un “prodotto ‘blockbuster’” che deve essere difeso “vigorosamente” per proteggere oltre 400 milioni di dollari di vendite annuali previste a livello globale. 

Il paraquat è una delle sostanze chimiche diserbanti più utilizzate al mondo, ed è impiegato in agricoltura per controllare le erbacce prima di piantare le colture e per essiccare i raccolti. Ad oggi il paraquat viene utilizzato su circa 15 milioni di acri di terreni agricoli statunitensi e i dati del governo americano mostrano che il suo utilizzo nel Paese è più che triplicato tra il 1992 e il 2018. Nel resto del mondo, Syngenta vende attualmente prodotti a base di paraquat in più di venti Stati, dall’Australia all’Uruguay. L’Unione Europea ne ha vietato il suo utilizzo nel 2007, dopo che un tribunale ha stabilito che le autorità di regolamentazione non hanno valutato a fondo i problemi di sicurezza. La sostanza chimica è stata vietata in Svizzera, Paese di origine di Syngenta, nel 1989 e cinque anni fa anche in Cina, sede di ChemChina, che ha acquistato Syngenta.

Negli Stati Uniti, l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) ha concordato con Syngenta che il paraquat può essere utilizzato in modo sicuro. L’anno scorso, l’EPA ha dichiarato che avrebbe continuato a consentire agli agricoltori di utilizzare il paraquat, anche spruzzandolo sui campi da piccoli aeroplani. Nel frattempo crescono i casi globali di Parkinson, ma in particolar modo in America, dove è stato classificato tra le prime 15 cause di morte nel Paese, secondo i Centers for Disease Control and Prevention. Ad oggi, il morbo di Parkinson è la malattia neurologica in più rapida crescita al mondo.

[di Sara Tonini]

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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