Soldati del Fronte Polisario

Il Marocco minaccia di invadere i territori liberati del Sahara occidentale e vuole che l’Onu ritiri i suoi osservatori. Il Marocco ha in programma di invadere i territori liberati del Sahara occidentale che si trovano ad est del muro militare che divide il territorio? In ogni caso, lo suggeriscono i commenti dell’ambasciatore della dittatura alle Nazioni Unite, Omar Hilale. Il Sahara occidentale è di fatto diviso in due territori, la parte occidentale sotto l’occupazione marocchina e la parte orientale sotto l’amministrazione della Repubblica Saharawi (SADR), con la presenza di osservatori delle Nazioni Unite (MINURSO). Le due strisce sono separate da un muro di sabbia crivellato di mine nord-sud eretto dal Marocco negli anni ’80. Omar Hilale espone i presunti ostacoli del Fronte Polisario al lavoro degli osservatori della missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara occidentale per giustificare una possibile invasione dei territori posti a est del muro. Il diplomatico ha accennato ad un “ricatto che, secondo lui, sarebbe esercitato dal Fronte Polisario sulle “basi operative” della MINURSO. Omar Hilale ha rilasciato queste dichiarazioni in una conferenza stampa a New York quando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva appena rinnovato il mandato della MINURSO per un anno, giovedì 27 ottobre. Se queste “ostruzioni” persistono, Omar Hilale ha suggerito alle Nazioni Unite di ritirare i suoi osservatori, il che, sostiene, “creerebbe una nuova situazione sul campo”. Continuando con il suo ragionamento, il diplomatico marocchino ha stimato che il suo Paese avrebbe poi il diritto di tornare alla situazione precedente al cessate il fuoco del 1991. Più esplicitamente, Omar Hilale ha indicato che “se le Nazioni Unite si ritirassero, il Marocco avrebbe il diritto di recuperare la parte del Sahara occidentale che è stata ceduta alla MINURSO”. Le autorità saharawi avvertono che la situazione nel Sahara sta peggiorando e avvertono che molti dei loro cittadini si stanno arruolando nell’esercito contro il Marocco. Una situazione che sta peggiorando, dicono, dopo la svolta politica del governo spagnolo e che considerano un errore strategico, come hanno spiegato questo giovedì all’Assemblea generale dell’Alleanza libera europea. Come precedentemente ricordato il 27 ottobre 2022 il Consiglio di Sicurezza ha adottato la risoluzione 2654 (2022) attraverso la quale ha deciso di estendere il mandato della Missione delle Nazioni Unite per il Referendum nel Sahara Occidentale (MINURSO) fino al 31 ottobre 2023. Nella sua risoluzione, il Consiglio di Sicurezza ricorda e riafferma tutte le sue precedenti risoluzioni sul Sahara occidentale e ribadisce il suo impegno ad aiutare le due parti, Fronte POLISARIO e Marocco, a raggiungere una soluzione giusta e duratura che preveda l’autodeterminazione del popolo del Sahara occidentale pur riconoscendo l’importante ruolo svolto dalla MINURSO sul terreno e la necessità che essa adempia pienamente al proprio mandato. Tuttavia, il Consiglio di Sicurezza non è riuscito, ancora una volta, a fornire alla MINURSO misure pratiche per garantire la piena attuazione del suo mandato, stabilito nella Risoluzione 690 (1991) del Consiglio di Sicurezza. La continua inazione del Consiglio di Sicurezza di fronte ai tentativi aggressivi e persistenti dello Stato occupante del Marocco di ostacolare e minare il mandato della MINURSO e imporre, con la forza, il fatto compiuto nei Territori Occupati Saharawi, lascia il popolo Saharawi senza un’altra opzione per continuare e intensificare la loro legittima lotta armata per difendere il loro diritto inalienabile e non negoziabile all’autodeterminazione e all’indipendenza. A questo proposito, ancora una volta, il Fronte POLISARIO respinge categoricamente l’inerzia del Consiglio di Sicurezza, in particolare alcuni dei suoi membri influenti, e il suo deplorevole silenzio e l’ingiustificabile riluttanza a ritenere lo Stato occupante del Marocco responsabile della sua continua occupazione illegale di parti del nostro Paese, per aver violato e silurato il cessate il fuoco del 1991 e gli accordi militari annessi il 13 novembre 2020 e per la sua continua aggressione ai Territori Saharawi Liberati. Invece di adottare un approccio equilibrato, inequivocabile e coerente per affrontare il processo di pace e le realtà sul campo, il Consiglio di sicurezza ha optato per un’ambiguità distruttiva che approfondisce lo stallo prevalente in un modo che porterà solo a minare la missione del Inviato personale del Segretario generale delle Nazioni Unite per il Sahara occidentale, aggrava il contesto operativo della MINURSO e aggrava la già tesa situazione sul campo. Il Fronte POLISARIO riafferma che il Piano di Risoluzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione per l’Unità Africana continua ad essere l’unico accordo reciproco accettato da entrambe le parti, Fronte POLISARIO e Marocco, e approvato all’unanimità dal Consiglio di Sicurezza nella sua risoluzione 658 (1990 ) e la risoluzione 690 (1991) con la quale il Consiglio ha istituito, sotto la sua autorità, la MINURSO di tenere un referendum libero ed equo senza restrizioni militari o amministrative che consenta al popolo del Sahara occidentale di esercitare il proprio diritto inalienabile all’autodeterminazione e all’indipendenza. In tale contesto, il Fronte POLISARIO ricorda la decisione del 30 ottobre 2019 di riconsiderare la propria partecipazione al processo di pace nel suo insieme, e ribadisce con forza e inequivocabile che non parteciperà ad alcun processo di pace basato su un approccio che devia, sia in forma e sostanza, del Settlement Plan delle Nazioni Unite e dell’Organizzazione per l’Unità Africana, che è la ragion d’essere della MINURSO e la base del suo mandato, o tenta di ignorare la natura giuridica della questione Sahara Occidentale riconosciuta dalla ONU come caso di decolonizzazione. Il Fronte POLISARIO sottolinea inoltre che nessuno dovrebbe quindi illudersi che un processo di pace genuino, credibile e praticabile possa iniziare e avanzare nel Sahara occidentale senza porre fine all’impunità con cui allo Stato occupante è stato concesso al Marocco di minare il Piano di insediamento delle Nazioni Unite Nations e l’Organizzazione per l’Unità Africana, ostacolando il referendum di autodeterminazione e, infine, violando e silurando il cessate il fuoco del 1991 e facendo precipitare la regione in un’altra spirale di violenza e instabilità. Ribadendo il proprio impegno a contribuire in modo costruttivo a una soluzione pacifica, giusta e duratura per la decolonizzazione del Sahara occidentale in conformità con i principi di legalità internazionale e le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana, il Fronte POLISARIO ribadisce con forza che il Saharawi le persone continueranno a utilizzare tutti i mezzi legittimi, compresa la lotta armata, per difendere il loro diritto inalienabile e non negoziabile all’autodeterminazione e all’indipendenza e per ripristinare la sovranità sull’intero territorio della Repubblica Democratica Araba Saharawi (RASD).



Mappa attuale del Sahara Occidentale. In rosso la zona liberata dal Fronte Polisario, in giallo la parte occupata dal Marocco.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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